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Il Re Tyranno – G. Coniglio

Grazie alla “scoperta” di un sito internet modellistico riguardante gli antichi titani, effettuata dall’amico e socio della sezione fantasy Attilio Biava, ho ordinato tramite E-mail dagli Stati Uniti uno splendido modello di Tyrannosaurus Rex. Benché scalzato dal trono del più grande carnivoro terrestre mai esistito da autentici “mostri” quali il Gigantosaurus ed il Charcharodontosaurus, nell’immaginario collettivo rimane il più feroce dei dinosauri: con i suoi 12-13 metri di lunghezza e 5 di altezza, un peso di circa 5 tonnellate ed un cranio di quasi 1,5 metri armato di denti grandi quanto banane, era comunque un animale tutt’altro che indifeso e mansueto. La descrizione è quella di un grande predatore, dotato di vista binoculare e capace di scatti brevi ma fulminei, doti indispensabili per un cacciatore specializzato negli agguati a prede anche voluminose come gli adrosauri (dinosauri erbivori con un muso simile al becco delle anatre e che riuscivano probabilmente a mantenere una discreta velocità di fuga per qualche minuto) ed i ceratopsidi (erbivori tutt’altro che indifesi, visto che erano dotati di corna lunghe anche un metro ed oltre).
Il modello è nato dalle mani del superbo artista Tony McVey; l’aver scolpito modelli per film come “Il Ritorno dello Jedi” e “Star Wars: La Minaccia Fantasma” e per il Natural History Museum di Londra garantisce la qualità del prodotto. Il kit, in scala 1:30, si compone di 6 parti (corpo, mandibola, coda, le zampe posteriori e il terreno) con livelli di dettaglio superficiale e di proporzioni anatomiche straordinari. Una volta ripulito dalle linee di mezzeria e montato, ci si rende conto, confrontandolo con un figurino in 54mm, delle dimensioni che l’animale aveva in vita; la posa del nostro T.Rex può sembrare a prima vista abbastanza statica, ma osservandola meglio, possiede una dinamicità esplosiva: la zampa posteriore destra con il piede appena poggiato ed i tendini tesi visibili sotto la pelle, le zampe anteriori aderenti al tronco, le fauci spalancate in un ruggito, sembra immortalato nel momento di scattare contro l’ennesima preda. Le giunture necessitano di stuccature minime, che potrebbero necessitare di una piccola texturizzazione per ricreare la pelle; essendo stata scolpita come la pelle di un elefante, piena di pliche e pieghette, l’eventuale lavoro di riscultura da fare sulle zone che avremo stuccato è molto facilitato rispetto a quello che avremmo dovuto operare su una pelle interamente squamata, e lo eseguiremo con un bulino o anche più semplicemente con un taglierino od uno stecchino. Per la livrea del mio Tirannosauro ho optato per un tono bruno; dopo aver steso il primer su tutto il modello, ho dato una robusta mano di Marron Beige 875, fondamentale per il successivo lavoro, che consiste soprattutto nel dry-brush. Con l’aiuto di un pennello morbido a punta piatta, il colore di base è stato schiarito con passaggi successivi di Tierra Oscura 874, Amarillo Deserto 977 e Carne Oscura 927; questo livello di lumeggiatura ha riguardato la testa, il collo,la parte superiore della schiena e della coda, le cosce. Ho poi continuato a schiarire con Amarilli Dorato 948, Beige 917 e Hueso 918; con questi ultimi due colori ho insistito maggiormente sul sottopancia, bacino, gola, parte della mandibola e del sottocoda, l’interno di cosce e gambe, petto, aree selezionate dei lati della testa. A questo punto sono passato alla realizzazione delle macchie che riguardano le parti latero-superiori di collo, dorso, coda e la parte superiore delle cosce, eseguite con Marron Mate 984 steso a strati successivi, avendo l’accortezza di mantenere il colore di consistenza molto acquosa; una volta finito questo passaggio ho voluto aggiungere sopra a tutta la livrea appena descritta un leggerissimo reticolato, realizzato con lavature di Sombra Tostada 941, e poi, all’interno del primo, con SS.Cam.Pardo Negro 822, giungendo ad un risultato a me molto gradito, ovvero aver dipinto sull’animale un disegno che non presenta maculature troppo definite e, a mio gusto, quindi molto naturali. Sono quindi intervenuto con delle lavature di Nero, SS.Cam.Pardo Negro e Verde Negro 980 sul complesso di pliche di pelle e vene della gola, per farle maggiormente risaltare. Ho usato la stessa mistura per tutte le “finestre” del cranio. Le orbite sono state dipinte di Sombra Tostada e schiarite con Marron Beige e Tierra Oscura. Le unghie del Rex hanno ricevuto un trattamento di Nero con una lavatura di Marron Mate. La bocca ha dapprima ricevuto una mano di Rosa Marron 808, che è stato schiarito con Elf Flesh della Citadel e ombreggiato con Marron Mate. Una parte importante e caratteristica del nostro T.Rex sono i denti; ognuno di essi è stato dipinto con Carne Oscura e schiarito con Beige e, in punta con il Bianco, gli occhi sono stati colorati con arancione, schiariti con giallo ed hanno ricevuto una pupilla in Nero. Il terreno presenta le impronte delle “future” prede del Tirannosauro (sicuramente degli adrosauri) a cui ho sovrapposto un sottile strato di Milliput, poi colorato in vari toni di marrone, come per il terreno, coprendo il tutto con poca colla bicomponente per simulare l’acqua rimasta all’interno delle impronte stesse, impresse nel fango fresco dall’elevato peso degli animali. La parte bassa delle zampe ha ricevuto varie lavature con gli stessi colori del terreno per simulare gli schizzi di fango. Successivamente ho steso della vernice trasparente lucida all’interno di bocca e narici, sugli occhi, sul terreno e sulla parte bassa delle zampe. Con il completamento di questa fase un nuovo modello è andato ad arricchire il mio piccolo “museo” paleontologico in miniatura, il modello di uno dei più impressionanti abitatori del nostro pianeta.