Parlando di Aereostati…arriviamo in Egitto – Mauro Beniamini

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Parlando di Aereostati…arriviamo in Egitto – Mauro Beniamini

La differenza di peso tra questo gas, più il peso dell’apparecchio, e la massa d’aria spostata, permette all’insieme di alzarsi nell’atmosfera. Non potendo raggiungere velocità elevate, l’aerostatica resta circoscritta in certi limiti, ma in compenso presenta requisiti unici. Il pallone è l’organo dell’aerostatica. Sotto qualunque forma si presenti, è sempre un apparecchio strano, bello, maestoso e un po’ misterioso. Le prime esperienze di volo, condotte nella seconda metà del settecento, seppur riservate ad un piccolo numero di uomini, hanno sempre goduto di grande popolarità ed esercitato un forte ascendente. Si può comprendere l’entusiasmo senza precedenti che ha animato i primi esperimenti condotti in Francia nel 1783, determinando una delle maggiori rivoluzioni dell’umanità: la conquista dell’aria.
Alle origini le ascensioni sono state necessariamente degli spettacoli a pagamento, per le spese considerevoli di costruzione del pallone e di produzione dell’idrogeno. Organizzate in occasione di feste nazionali, patronali e municipali, di esposizioni o fiere hanno però permesso, visto il loro carattere “a pagamento”

di effettuare quelle esperienze di volo, finalizzate all’evoluzione delle tecniche, altrimenti impossibili a chi non possedesse rilevanti risorse economiche. Parimenti si sono create officine di costruzione, diventate poi vere industrie, che, attraverso la professionalità raggiunta, hanno potuto essere valido ausilio ed esperienza propedeutica a quella che diventerà “l’Aeronautica”.

L’aerostatica si presenta sotto quattro forme principali:

Pallone libero: che va alla deriva con il suo equipaggio, senza organi di direzione o di propulsione;

Pallone frenato:trattenuto al suolo da un cavo;

Pallone senza equipaggio: libero o frenato, per utilizzi di vario tipo;

Dirigibile: apparecchio di navigazione aerea a motore.

Parte essenziale del pallone è l’involucro, di tessuto leggero, solido e reso impermeabile da una verniciatura o da strati di gomma naturale. Generalmente è di forma sferica. L’involucro è ricoperto da una rete di canapa a maglie, crescenti fino all’equatore e poi decrescenti, che si collegano a delle file di “zampe d’oca” terminanti nelle corde di sostegno. Queste corde si attaccano per mezzo di anelli ai bocchettoni superiori del cerchio di carico – un forte cerchio di legno o di metallo – che ripartisce il carico tra la navicella e la rete, e serve anche a fissare i congegni di arresto. Ai bocchettoni inferiori del cerchio di carico si collegano le corde di sostegno della navicella: un cesto di vimini, generalmente quadrangolare, dell’altezza di un balcone. Le corde della navicella sono incorporate tra il vimini, di cui formano lo scheletro. Il fondo resta così perfettamente sostenuto dalle corde che lo attraversano. Organi accessori ma essenziali di un pallone sono la valvola, l’appendice ed i vari congegni di arresto. La valvola, di preferenza in legno, è un cerchio che porta diametralmente una traversa, su cui si articolano, a mezzo di cerniere, due sportelli semicircolari, tenuti fermi
nella loro sede, unta di vasellina, da molle collegate ad un cavalletto. Una corda, che attraversa verticalmente il pallone, permette all’aeronauta di aprire la valvola per appesantire l’aerostato e determinare una discesa. A terra, quando il vento è debole si può fermare un pallone e sgonfiarlo unicamente a mezzo di una valvola. Gli sportelli vengono talvolta sostituiti da un disco di stoffa, fissato ad un quadro circolare. L’appendice del pallone è la sua apertura inferiore e termina con una manica, che serve e riempire il pallone. Questa, tenuta aperta in ascensione, lascia sfuggire il gas, dilatato dalla differenza di pressione e dal riscaldamento solare: senza questa possibilità, il pallone esploderebbe salendo. Congegni di arresto sono l’ancora ed il cavo di ancoraggio (grossa corda ruvida che posandosi al suolo alleggerisce il pallone e ne rallenta la discesa, ne frena la velocità orizzontale permettendo alle persone che sono a terra di fermarlo e tirarlo giù).
L’aeronauta dispone di sacchi di sabbia (zavorra) che getta nella quantità voluta per determinare una salita o arrestare una discesa. E’ bene avere a bordo anche una tromba di richiamo, strumenti e carte geografiche per l’orientamento in aria.

Il coraggio ed a volte il sacrificio degli osservatori, nonché la tenace sperimentazione di soluzioni innovative ha permesso di conseguire notevoli risultati tecnologici. L’applicazione dell’aerostatica in campo militare fu favorita in Francia dai successi ottenuti dal diverso utilizzo dei palloni. Le prime disposizioni intese a regolamentare questa disciplina sono del 1793. Fra il 1794 ed il 1796 le Armate della Rivoluzione li usarono con grande vantaggio, tanto che, sotto la spinta di questi successi il 1° Germinale Anno IV (21 marzo 1798) Napoleone decise la partecipazione della 1ª compagnia aerostati, di stanza a Meudon, alla spedizione d’Egitto.

Raggiunto il porto di Tolone il 16 floreale (5 maggio) imbarcò sul “Patriote” gli uomini ed una parte degli equipaggiamenti, e su ”l’Orient” il pallone di taffetas e la restante attrezzatura. Dopo una traversata di 44 giorni, arrivati ad Alessandria d’Egitto la sera del 1° luglio 1798, in ragione del mare troppo agitato, fu deciso che il materiale troppo ingombrante e delicato rimanesse a bordo. Nei giorni seguenti, in attesa dello sbarco dei rimanenti materiali, la compagnia fu utilizzata nella guarnigione di Alessandria.

Ma gli eventi bellici e le continue manovre navali in quel tratto di mare non favorirono la spedizione, tanto che il 22 agosto la flotta francese, sorpresa nella rada di Aboukir, viene distrutta dagli inglesi. Il Patriote affonda, l’Orient esplode e con lui il pallone, colando a picco ogni velleità di utilizzo.

Dopo questo disastro, con la perdita quasi totale del loro equipaggiamento, battuti dalla mala sorte, aggregati all’Arma del Genio, cercano di rendersi utili con ogni mezzo, utilizzando le loro poliedriche capacità in ogni occasione. Grazie all’ingegnosità di questi uomini tenaci, infaticabili, in occasione della festa della Repubblica (21 settembre 1798) celebrata presso Esbekieh, riuscirono a far volare un aerostato di fronte al vasto pubblico d’Autorità presenti.

Così terminava l’avventura di fine settecento dell’aerostatica, che, dopo un brillante debutto, conobbe un periodo di eclissi, abbandonata dal Generale Bonaparte che non credette nelle sue immense potenzialità. Questo breve articolo vuole significare come anche la sola lettura di un testo di argomento vario, ma contenete riferimenti al periodo storico napoleonico, abbia stimolato la ricerca e fornito la spinta motrice alla mia creatività, inducendomi a realizzare il figurino che spero venga accolto come l’espressione di quella volontà di sapere e di mettersi sempre alla prova che dovrebbe caratterizzare questo hobby, finalizzato al miglioramento del risultato, al di là dei riconoscimenti che gli altri gli attribuiscono.