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La seconda vita del Bonzai – Giulio Centanni

Chi di noi, bravi e soprattutto pazienti, modellisti non ha al proprio fianco una donna meravigliosa che… pur non avendo mai conosciuto delle piante nemmeno il nome, …un giorno ci ha detto: “Vorrei un bonzai!”

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E li, davanti a voi, il bonzai abbassa triste lo sguardo al pavimento certo del destino che lo attende.

Noi …… falsi… sotto le foglioline verdi già vediamo ambientato uno dei nostri figurini. “Sei sicura tesoro di volerlo acquistare?” Una volta convinta di iniziare questa nuova avventura noi, ancora più falsi, consigliamo -–non– il più bello, ma certamente quello che ci sembra più in scala.

Lei ignara e felice lo acquista e lo porta a casa e noi tutti i giorni prima di uscire stiamo li a gufare per anticipare la dipartita del caro bonzai. Lo innaffiamo con il caffè, vino, detersivo, ma infondo, questo nostro partecipare che potrebbe sembrare di cattivo gusto in realtà è un’opera di carità, perché aiuta il bonzai a soffrire meno nelle mani delicate delle nostre dolci “pollicine verdi”.

Tranquilli……il bonzai sarebbe morto comunque!

Finalmente un giorno lei ci guarderà triste e dirà: “Mi sa che il bonzai si è seccato!” E noi che sulla faccia abbiamo stampata una finta tristezza, dentro gridiamo: “E vai! Era ora!”

Ma non domi…… “Tesoro… pensavo … è un peccato buttarlo via! Ti dispiace se qualche pezzo lo recupero per i miei figurini?”

Lei, dolce, tenera, ancora ignara di quanto caffè e detersivo si è bevuto il bonzai, ci guarda come degli eroi, perché è certa che sapremo dare nuova vita a quel pezzo di legno secco.

Ed è così che comincia la storia del riciclo.

Ci tengo a precisare, per la mia incolumità fisica, che le foto che vengono allegate si riferiscono ad un bonzai gentilmente offerto da una coppia di amici carissimi, ……lei pollice verde da paura… tanto che non è stato necessario neanche il caffè …ma nemmeno un goccetto di vino! Niente! Ha fatto tutto da sola!
Dopo questo preludio, necessario quanto doveroso, vi rappresento il mio metodo per il recupero.

Intanto parto dallo studio e cerco già di immaginare come potrò usarlo.

Dapprima parto con il togliere tutte le foglie e fiori che non sono assolutamente in scala e lo porto a nudo.

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Prima di buttare via gli scarti guardo bene e mi accorgo che i germogli secchi sono molto piccoli e mi potranno essere utili per altri lavori per simulare fiori o bacche.
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Decido di trattenerli. Passo poi a rimuovere il vasetto e la terra sotto.

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Scavo come una talpa cercando però di non danneggiare le radici perche anche esse potranno essere riutilizzate proprio come radici di alberi, oppure come rami secchi, ecc..

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Ed ecco a voi il bottino raccolto!
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Mi lascio rapire da particolari reticoli che possano suscitare la mia immaginazione sembrando da soli piccoli alberi secchi. Anche questi li trattengo per un futuro utilizzo.
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A questo punto guardo l’albero tutto pulito e noto che ci sono nodi e giunti dei rametti che hanno una specie di pigne che sono troppo grandi rispetto ad un ramoscello naturale così non mi resta che procedere con un cutter a rimuoverli uno ad uno grattandoli via pian pianino come si vede dalla foto dove appare in primo piano il ramo già depurato.
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Faccio poi una prova mettendo un figurino della scala che intenderò utilizzare sotto l’albero per cercare di capire se ed in che modo potrò utilizzarlo sfruttando al meglio le sue caratteristiche.
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Al mio occhio l’albero risulta troppo grande per poter essere utilizzato per un solo figurino, e posto che io non amo troppo le scene molto complesse, quindi con molti figurini, decido di sezionare l’albero per poterlo utilizzare più volte assumendo la base piana come fosse una grande radice e la spezzo dove indico con la lama del cutter.
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Eseguo un’altra spezzatura anche alla curvatura per poter sfruttare al massimo la conformazione un pò avvolgente della parte superiore creando così la sensazione di un albero grande che mi rimarrà però contenuto come ingombro una volta posizionato sulla basetta.
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Conservo anche il pezzo centrale che tutto sommato ha un aspetto di tronco naturale avendo io scelto di spezzare, e non tagliare, nei punti dove volevo. Nel posizionare il tronco sulla basetta ho dovuto rimuovere anche diversi rametti più piccoli che però conserverò fino alla versione definitiva dell’albero utilizzandoli, innestandoli con piccoli perni metallici, per riempire gli spazi che mi sembreranno vuoti.
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L’albero potrà essere poi, a piacimento, riempito con foglioline sintetiche, parzialmente, totalmente oppure lasciato così al naturale a futura rimembranza della potenza delle donne!
Se poi qualcuno di voi non fosse stato ancora gratificato da questa bellissima avventura, il prossimo week end, approfittando dell’euforia dei saldi, potrete suggerire anche l’acquisto di un bonzai.
Al resto ci penseranno loro!!!
Spero che questo breve foto-tutorial sia stato di aiuto ma soprattutto di divertimento, perché poi ognuno di voi, artisti più di me, troverà la maniera più giusta per interpretare la natura…parlo dell’albero naturalmente, perché per le “pollicine”……non c’è speranza!
Ma tutto sommato non possiamo starne senza!
Giulio Centanni.[/size]