Bakuretsu Hunter: Gli aspiranti cacciastregoni – Paolo Martinelli

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Bakuretsu Hunter: Gli aspiranti cacciastregoni – Paolo Martinelli

Fedele alla parola data, l’eclettico e, diciamolo pure, geniale, Satoru Akahori non ha perso tempo: Bakuretsu Hunter è così diventato un racconto e, notte dopo notte, è andato ad occupare ogni tassello fattibile editorialmente, compreso quello televisivo. Dal 3 ottobre 1995 al 26 marzo 1996 ha consegnato nelle mani di TV Tokyo, ogni martedì alle 18.00, ventisei episodi che hanno tentato di fare una cronaca delle avventure dei cinque cacciastregoni protagonisti. Esiliatisi da qualsiasi codice di normalità, essi, senza eccezione, rivelano una doppia personalità che, in teoria, si manifesta quando si trovano costretti a combattere maghi e stregoni. I loro nomi, d’origine genuinamente pasticcera, sembrano evocare un paradisiaco mondo lubrico e lussurioso: Carrot Glacé è, infatti, il primo attore di questa farsa e la sua passione per le belle donne è qualcosa di simile a quanto annotato per conto d’Ataru Moroboshi, ma elevato all’ennesima potenza. Fortuna che a frenare ogni bollore intervengono le sorelle Tira Misù e Chocolat Mousse, entrambe innamorate del ragazzo e vigili ad ogni comportamento sospetto, pena la sexy esibizione di un essenziale mise sadomaso, che torna utile anche in circostanze di lavoro, le due maneggiano bene tanto le fruste quanto innocui aggeggi magici alla “Pretty Samy”. Il cast non si esaurisce naturalmente qui: della banda di cacciastregoni, coordinata con qualche difficoltà dall’affascinante Big Mama, fanno parte anche il timido mago Marron Glacé, fratello di Carrot e il culturista Gateau Moka. Non crediate in ogni modo che in questo magico mondo di pazzi, ogni sregolatezza sia perdonata, anzi…
Personaggi ambigui come Marron Glacé sono stati ideati come necessaria via di mezzo per moderare il dibattito stralunato dei colleghi. È certo comunque che grande complicità l’hanno riversata anche i doppiatori della versione originale, tanto che non stupisce più ritrovare l’aggressiva performance vocale di Megumi Hayashibara (voce di Ranma e di Ai Amano) cucita ad hoc sulla pelle di Tira Misù.
Banjo Ginga (Dragon Quest, Galaxy Express 999) è sia narratore che prestavoce al cattivo di turno, Sacher Torte; mentre Shinnosuke Furumoto (H2) è il donnaiolo Carrot con Mitsuaki Madono (Yu Yu Hakusho, Ninku, Himechan no ribon) nei panni del fratello Marron. E ancora: Yuko Mizutani (Shulato, Nadia) è la procace Chocolat, Kyoyuki Yanda (Slam Dunk) è Gatuau e la voce dolcissima di Sumi Shimamoto (interprete di Nausicaä, Clarice e Kyoko) chiude in bellezza doppiando Big Mama. Appena alle loro spalle, c’è lo Studio Xebec (Blue Seed, Nadesico) che ha curato la realizzazione, in collaborazone con IG Tatsunoko (avete presente Ghost in the Shell?), con Hiroyuki Kawasaki alla sceneggiatura, con il talentoso Keiji Goto (anche lui nello staff di Nadesico e Rayearth) al character design e con Koichi Mashimo alla regia (l’abbiamo apprezzato nello stesso ruolo in Motori in pista e nel recente Eat man). Di fronte ad un simile staff e alla solidità della storia, il pubblico ha reagito con grande interesse e lo share è volato verso un onorevole 7,1% (lo stesso di Evangelion), meno pubblicità magari, ma medesimo impatto.
Così i cacciastregoni di Bakuretsu Hunter non si sono più accontentati e, forti di una lusinghiera complicità con gli spettatori, Tira Misù si è classificata al nono posto nel famigerato “Anime Grand Prix” della rivista Animage, sono ripartiti all’insegna di nuove e ancora più belle animazioni per scandalizzare il mercato dei video. Si prevedono altre notti insonni per l’impavido Akahori…