H. R. Giger – D. De Paola

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H. R. Giger – D. De Paola

Giger nasce nel 1940 a Coira, in Svizzera, in una ricca famiglia borghese. Il padre farmacista avrebbe voluto per lui una carriera di pari importanza, ma l’interesse per l’arte lo portò fin da subito a scegliere strade diverse.Frequenta un istituto d’arte ed interior design e comincia subito a “trovarsi nei guai” per un carattere distintivo che influenzerà tutta la sua produzione artistica: da un lato l’aspetto estremamente organico delle sue creazioni che gli frutteranno in seguito il titolo di creatore della Biomeccanica (testuali parole del suo insegnante: i tuoi lavori sembrano cose malate ed assomigliano ad un collo di vacca, finirai a fare il commesso ai grandi magazzini), dall’altro…il sesso! Le sue opere infatti presentano architetture ed ambientazioni spesso incomprensibili composte da elementi dall’aspetto meccanico ed organico allo stesso tempo, da corpi che per evoluzione genetica si sono fusi con macchine allucinanti o si sono ridotti alle loro funzioni fondamentali tanto da diventare stomaci con le gambe o braccia fuse con gambe e quanto altro si voglia, nonché da organi genitali di ogni foggia e dimensione.
È facile scandalizzarsi ed etichettare negativamente un lavoro simile, eppure la sua opera non è mai banale e fine a se stessa. Se è vero che l’arte è anche provocazione, ebbene lui è il provocatore per eccellenza. Non vuole scandalizzare ma mettere a nudo le sue nevrosi e mostrare al mondo un altro mondo, quello che popola la sua mente, magari disturbata, ma non per questo poco interessante. E chi si scandalizza farebbe bene a farsi l’esame di coscienza, perché spesso la malizia non sta nell’oggetto, ma in chi lo guarda.

Le sue creazioni sono influenzate dai grandi maestri del surrealismo e dell’arte alternativa, da Dalì a Bosh ad Arman, ma vengono codificate in un linguaggio del tutto originale e che spesso fugge dal mercato dell’ arte per rivolgersi ad un pubblico più generico ma più sincero che non acquisti quadri solo perché stanno bene in salotto e non attenda la morte dell’autore per realizzare un buon guadagno. Com’è, come non è, Giger diventa famoso in pochissimo tempo,le sue opere raggiungono quotazioni strabilianti ed il mondo intero inizia a conoscerlo grazie al suo coinvolgimento nella realizzazione del film “Alien”.
Per il film l’artista non si limita a creare un mostro alieno e qualche astronave, ma un intera visione di un mondo. Propone alla troupe allibita delle sculture realizzate con plastilina ed ossa di animali e shocka tutti quando si presenta sul set col prototipo dell’ inseminatore alieno fatto con un tacchino decapitato ed innesti organici di vario tipo.

Senza contare l’evidente provocazione costituita da quello che verrà ricordato come il più terrificante ed affascinante alieno della storia del cinema. Se avete letto quello che ho scritto poc’anzi ed osserverete con attenzione il profilo della testa della creatura capirete subito a che provocazione mi riferisco. Il film gli frutta un premio Oscar assieme a Carlo Rambaldi (creatore di E.T.), che per il film realizzò il modello meccanico dell’alieno, ed il definitivo successo. Da allora il suo lavoro compare su manifesti, locali (due bar, uno a Tokio ormai chiuso perché caduto in mano agli Yacuza, uno a Coira tutt’ora funzionante), copertine di dischi (le copertine per “koo koo” di Debbie Harry e “brain salad surgery” di Emerson Lake & Palmer sono state inserite tra le 100 più belle della storia musicale dalla rivista Rolling Stone) ed ovviamente per il cinema.

Durante la realizzazione del film “Dune” gli viene chiesto di progettare i costumi e le architetture degli Harkonnen. Il progetto venne poi affidato ad altri, ma rimangono come pezzi d’arte quasi unici il tavolo e le sedie della serie, appunto, “harkonnen”. Disegnerà poi l’alieno ed il treno per il film (mediocre, haimè) “ Species- specie mortale” che gli frutta un altro Oscar.
I suoi lavori più recenti sono il film “the mistery of San Gottardo” e l’asta porta microfono del gruppo rock dei Korn. Oggi Giger vive a Coira dove ha aperto un museo delle sue opere (che sta riacquistando in giro per il mondo per non doverle più chiedere in prestito!!) ed arredando la sua reggia frutto dei tanti guadagni.
Se è vero che follia e genio vanno di pari passo, penso si possa dire che H.R.Giger è un grandissimo pazzo!