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Il weathering e il tormento dei modelli di Aidan Campbell

Ogni persona ha un suo proprio punto di vista su cosa significa la parola ”weathering”. Per alcuni è una finitura utilizzata per rendere un modello una più convincente rappresentazione del mondo reale. Questo non significa lavorare sui modelli per farli apparire vecchi, potrebbe significare solo abbassare il tono dei colori.

Comunque per molti modellisti il weathering è sinonimo di riproduzione di falsi segni di polvere, danni, riparazioni che danno un carattere al modello. Il mio personale interesse rigurada i modelli molto rovinati e le architetture in rovina (mi sbaglio forse ?) ma la finitura è coerente con questi soggetti. Professionalmente lavoro su una ampia gamma di soggetti e cerco di focalizzarmi di più sulle macchine e sui lavori in metallo rispetto ai mattoni e calce e questo sembrariscuotere un interesse più generale.

Subito tutti mi chiedono se hannola necessità di possedere una aeropenna per il weathering dei modelli. Detto in un a parola: No! Ho passato anni ad invecchiare e dipingere modelli senza averne una, l’unico momento nel quale avete necessità di una aeropenna è quando dovete applicare una finitura di vernice lucida uniforme e liscia, cosa che è abbastanza rara nel weathering. Nonostante tutto recentemente ho investito una parte dei miei sudati guadagni acquistando uno di questi accessori di qualità con il necessario compressore.

Senza dubbio nel tempo passato a giocare con questo ”nuovo giocattolo” gli ho trovato sempre nuovi utilizzi, ma per tutti gli effetti per i quali le altre persone hanno la tendenza a dirvi che dovete avere una aeropenna, posso ottenerli con una selezione di pennelli in meno tempo di quanto me ne sia necessario per montare, smontare e pulire l’aeropenna. Quindi per quanto mi riguarda tutto ciò che vi necessita per il weathering è una grande scelta di tipi differenti di pennelli, molto spesso nuovi o economici come per le tecniche nelle quali di solito li distruggo, insieme ad una selezione di acrilici opachi e un assortimento di gessetti economici. (I costosi pastelli ad olio per artisti non funzionano bene).

Quello che non posso fare, cosa che invece molta gente chiede, è dare una lista della spesa in vernici di differenti finiture. Non ho un set di colori o delle miscele per ogni cosa, ho pochi colori di base e delle miscele personalizzate realizate a partire dalle fotografie di documentazione o, ancora meglio, dall’oggetto reale. Per questa ragione le cose più importanti che vi servono per il weathering sono le cose che non potete comprare. Sono l’occhio acuto ed ingenuo, e tutti e due crescono con la pratica, con queste due cose a vostra disposizione potrete trovare il modo per ottenere quello che volete con gli attrezzi ed i materiali che già avete, piuttosto che risolvervi a fare nuovi acquisti ogni volta che iniziate un nuovo progetto.

Il processo di invecchiamento degli oggetti reali quali, campioni geologici, palazzi, macchine o anche alberi è qualcosa che accade lentamente e ciclicamente con il tempo. Polvere, sporco e sporcizia si formano e vengono lavati via dall’azione del vento e della pioggia o dalla mano dell’uomo con uno straccio imbevuto d’olio e un secchio di acqua saponata.

Nel tempo nel quale tutto questo accade dalla superficie viene leggermente grattato via del materiale, il colore si schiarisce e, in qualche occasione, un incidente più catastrofico può creare una ammaccatura o un danno maggiore che comporta l’esposizione di nuovo materiale facendo ripartire nuovamente il processo. Attraverso questo processo il nostro soggetto può essere esposto a vandalismi deliberati o alterazioni, modifiche e riparazioni che, di nuovo, ne cambieranno l’aspetto. E’ la combinazione di tutti questi sottili cambiamenti che danno il carattere all’oggetto e sono questi piccoli cambiamenti che molti modellisti cercano di catturare. Se pensate che ci siano modi veloci per replicare queste cose su modelli in piccola scala lasciate che vi dis-illuda adesso.

L’unica maniera credibile di replicare questo aspetto è quello di spendere tempo, molto tempo, nel costruire questa finitura passo dopo passo, replicando nel farlo, ogni processo che accade alla cosa reale. Dato che pochi di noi possono spendere tutto questo tempo, il weathering diventa l’arte del compromesso. Giudicate con attenzione quanto di questi piccoli, sottili e lenti passaggi possiamo combinare in un solo passaggio che velocemente li integri tutti senza sacrificare troppo l’aspetto finale.

Di solito passo più tempo nelle fasi di pittura e nell’invecchiare un kit che mi piace che nella sua costruzione. Modelli autocostruiti possono avere una distribuzione del tempo più marcata. Alcuni possono considerare questo eccessivo in quanto la pittura a il weathering sono secondari rispetto alla costruzione.

Voi sentirete sempre che il colore generale, la trama e il bilancio tonale è ciò che fa integrare un modello con ciò che lo circonda, più dei dettagli accurati e poco pratici inseriti nella costruzione. Quanto tempo spendere su un singolo modello è una scelta individuale. Le tecniche che io intendo descrivere non sono lente di per se stesse, e si può arrivare ad un risultato accettabile abbastanza velocemente ma queste tecniche ripagano veramente quelli che permettono loro di prendersi il loro tempo.

Le persone spesso mi chiedono come migliorare il loro weathering. Ci sono solo due problemi principali che le persone tendono ad incontrare. Il primo l’ho già sottolineato ed è la necessità di spendere più tempo quando invecchiate un modello, non necessariamente cercando di fare di più, ma cercando di mettere in opera quanto voi avreste fatto in ogni caso con passaggi più sottili. L’altro problema è che oggi molti modellisti non conoscono come appare il weathering reale perché non ne hanno mai visto un esempio.

Sembra una cosa ovvia e leggermente paternalistica da dire ma non potete riprodurre nulla in miniatura se non conoscete che aspetto ha. Leggere libri, un articolo su una rivista e anche questa guida trovata nella rete non sostituisce l’andare fuori e guardare alle cose reali. C’è una travolgente ampia gamma di sottili trame e colori che potete trovare nel mondo reale, non esistono due cose esattamente uguali e quindi nono possiamo affidarci a pochi trattamenti standard quando effettuiamo il weathering dei modelli.

Idealmente ogni modello dovrebbe essere uguale ad un esempio reale. Investire in una fotocamera SLR digitale di buona qualità ha avuto un impatto maggiore sui miei modelli di quanto abbia fatto qualsiasi altra attrezzatura. Adesso posso scattare centinaia di fotografie senza preoccuparmi del costo del loro sviluppo e sul computer i dettagli possono essere facilmente ingranditi.

Non sono mai più rimasto senza materiale di documentazione. Se non potete avere accesso al vostro soggetto per fotografarlo guardate delle foto già pubblicate. Nel caso peggiore usate disegni, quadri o qualsiasi altra cosa sia disponibile per ottenere delle informazioni sulle dimensioni per poi costruire il vostro modello e quindi uscite e fotografate oggetti di un materiale simile in un ambiente simile per avere una idea di base sui colori e sulla trama e su come si sviluppa il weathering.

Su questo aspetto adesso posso dichiarare di avere un vantaggio su molti altri modellisti. Essendo una persona che ha lavorato come conservatore r restauratore in un museo ho diversi anni di esperienza professionale nello studio dello sporco, del decadimento e il deterioramento di molti materiali. Ci sono momenti nei quali penso che la mia laurea sia stata spesa in null’altro che nello studio della complessa chimica della ruggine ! (Se pensate che la ruggine sia solo ruggine siete in errore. Ci sono molte ossidazioni e ossidi del ferro tra questa la goetite, lepidocrocite, l’ematite e la magnetite, prima che entriamo nell’altro gruppo di corrosioni del ferro quali i carbonati, i silicati gli idrogenati, i fosfati e i clorati). Ad ogni modo, la complessa chimica dei prodotti di tutte queste corrosioni non ci interessa, mentre la grande gamma di colori e trame si. Con ”ruggine” si va da un pallido grigio, al nero e all’argento passando per i polverosi marroni scuri, i rossi ed i rosa spesso su una trama grossolana, anche degli arancioni, dei gialli e dei colori crema grumosa. Potrei continuare ma ciò che volevo fare era semplicemente rimarcare l’importanza di basare il vostro weathering su molto materiale di riferimento piuttosto che tirare ad indovinare o seguire un approccio generico.

Avendo detto che non possiamo affidarci ad approcci generici ci sono ancora alcuni fattori comuni pertinenti a molti esempi di weathering che vogliamo replicare. Di conseguenza le seguenti idee possono essere mostrate a partire da un sottile approccio di base che può essere regolato in modo delicato ma che può essere meglio regolato basandoci sulla nostra documentazione. Inizialmente la combinazione di colori in scala e weathering tende a rendere più chiara e scolorita la superficie. Quindi state attenti ad usare i neri, i grigi scuri e i marroni. Secondariamente il weathering introduce variazioni su un colore altrimenti piatto ed uniforme. Così state attenti nell’applicare i pigmenti e nell’invecchiare un modello correndo il rischio di ottenere uno strato troppo spesso o troppo coprente.

Per troppe persone il weathering consiste nel tentativo di nascondere dei colori forti, troppo accesi, sotto una copertura spessa e scura che simula lo sporco. Meglio abbassare il colore originale con dei lavaggi sottili e schiariti, come non capita di frequente di vedere, in modo da ottenere non un cambiamento di colore totale, ma solo la piccola variazione che già era presente. In questo modo armonizziamo e riduciamo il contrasto tra colori che si suppone siano differenti.

Un altro punto da tenere presente è che l’azione della pioggia spesso causa le striature nello sporco e che la gravità incoraggia questo lavaggio a cadere verso il basso. Questo ci suggerisce di tenere tutte le pennellate verticali quando applicate a mano il weathering. Notate anche che gli oggetti in movimento tendono a caricarsi dello sporco del terreno. Quindi è la parte lungo i bordi e le superfici inferiori, insieme con gli angoli e i recessi che intrappolano lo sporco, che necessita di un weathering più deciso. Un punto di ulteriore enfatizzazione della polvere che proviene dall’alto e che viene lavata via verso il basso. Spigoli in rilievo e protuberanze sono i posti che sono più facilmente soggetti a colpi, graffi, rotture e abrasioni che li mantengono relativamente puliti dalla polvere ma che portano alla superficie il materiale sottostante che può essere legno, metallo, ruggine o altro così su queste parti potrebbe essere necessario un trattamento differente. Potrei andare avanti ma per poter comprendere il vostro soggetto dovete ritornare sempre alla vostra documentazione.

L’ultima cosa di cui voglio parlare è la differenza tra realizzare una finitura weathering e fare del weathering su un modello finito. La differenza è forse impalpabile quando viene scritta in questo modo ma grande in termini di approccio. La prima è sempre preferibile. Vi voglio dire che, ogni volta possibile, è possibile inizare ad applicare il weathering dall’inizio della costruzione e questo weathering diviene parte del singolo processo di costruzione e pittura. Non solo questo tende a dare migliori risultati, è anche più veloce. Inoltre è essenziale, negli esempi di weathering estremo, in quanto può avere un impatto rilevante su come scegliete di costruire il modello o quali modifiche o alterazioni inserire al progetto di ogni kit.

Comunque quest’ultima non è una pratica molto comune. Molte persone tendono a costruire dei modelli e poi a pensare a come applicare una verniciatura immacolata e solamente alla fine a pensare al weathering. La scelta di quale approccio seguire avrà un impatto definitivo su quello che potrete o non potrete ottenere. Come professionista ho a che fare con l’invecchiamento di modelli finiti comprati ”direttamente dallo scaffale”, con la costruzione di kit o con modelli autocostruiti completati dai clienti. In ogni caso abbiamo a che fare con qualcosa legato ad una verniciatura già applicata. Qualche volta l’opzione migliore è l’approccio drastico di eliminare completamente la verniciatura e ripartire da capo ma molto più spesso si può ottenere un risultato accettabile lavorando con il weathering sulla verniciatura già applicata.

Scrivere una guida sul weathering è qualcosa di simile ad un compito per il quale già si sa che non si verrà ringraziati. Ogni caso è un caso differente e vi confrontate con questo problema sia che scrivete qualcosa di molto generico, in modo da raggiungere una utenza più ampia, che alla fine riceve qualcosa di vago e di poco di utilizzabile. Oppure, se scrivete in modo molto specifico su un particolare progetto, sapete perfettamente che non riuscirà a coprire molti dei punti che altri potrebbero considerare interessanti.

Gli effetti di invecchiamento per i modelli dei carri o dei veicoli corazzati possono differire molto da quelli degli aerei da combattimento, che a loro volta differiscono molto da quelli dei velivoli commerciali che possono essere molto differenti dalle barche o dalle costruzioni o dalle vetture da competizione o da ogni altro soggetto che le persone decidono di riprodurre. Per il meglio o il peggio ho scelto di realizzare una guida passo-passo al weathering con un economico carro ferroviario in scala ”OO” preso ”dallo scaffale” ed acquistato ad un mercatino di scambio. Questo è un tipo di progetto che un modellista medio può completare in meno di un ora. Senza entrare nei dettagli sulle miriadi di tecniche a disposizione dei modellisti questo esempio può dare una visione generale del mio approccio al soggetto del weathering.

Non coprirà esattamente le tecniche che vi sono necessarie ma vi darà un idea del modo nel quale io intendo il weathering. Potete cominciare a pensare al weathering come a qualcosa di più che ottenere come risultato finale un aspetto generico in quanto macchie di ruggine e perdite d’oilo si spera diano come risultato un modello dall’aspetto migliore. Il punto di partenza del nostro progetto non è un gran modello ma, comprato di seconda mano per un paio di sterline, è il tipico oggetto che si ritrova su molti plastici ferroviari. Sebbene sia la riproduzione del comunissimo vagone per il trasporto di minerali 16T c’è ancora la possibilità di una passata di vernice con il quale miglioralo. La qualità delle ruote con cerchi sovradimensionati e flange profonde che in modo doloroso percorrono delle rotaie eccessivamente spesse troppo vicine tra di loro la dicono lunga sul mio pregiudizio contro la scala ”OO” come standard modellistico più di qualsiasi inadeguatezza del modello. Comunque se possiamo distogliere l’attenzione dalle ruote sarà per noi un vantaggio. La massa di plastica nera lucida sotto il vagone va in qualche modo mascherata in quanto non sembra realistica e inoltre maschera le, per altro ben riprodotte, scatole degli assi e l’impianto frenante dal quale dobbiamo ottenere di più. I grandi giunti di accoppiamento gridano vendetta, anche da altri modelli, ma se non li sostituiamo con qualcosa di molto più prototipico dobbiamo fare qualsiasi cosa in nostro potere per non farli notare. Il cassone è abbastanza ben rifinito senza una eccessiva finitura lucida con simboli e scritte chiare, ma ogni volta che guardate uno di questi vagoni viene sempre lasciata abbastanza vernice da rendere difficile leggere le scritte. Per rendere più credibile il modello è necessario abbassarne la tonalità e creare una finitura in ruggine e sporco.

Il primo passo con questo modello è quello di tentare di portare in scala il colore generale e far risaltare i dettagli posti sotto al telaio con un veloce passaggio a pennello secco di un colore sporco pallido. La mia preferenza per questi lavori va ad un colore crema di caffè pallido. Un pennello secco efficace si ottiene con un pennello a setole lunghe e lavorando con le setole a taglio piatto verso l’esterno piuttosto che che lavorare su un punto fisso. Facendo in modo che la consistenza e la quantità di vernice sul pennello sia quella giusta, deve avere la consistenza di una crema e tutto l’eccesso deve essere rimosso passando delicatamente il pennello su un tovagliolo di carta fino a quando non vi potete più distinguere segni visibili. Quando passate il pennello secco sul vostro modello fate un pennello secco reale non tentate lentamente di pitturare ma lavorate velocemente e con energia come se sbatteste delle uova.

Da qui possiamo pensare a dare un tocco di ruggine ai fianchi della carrozza e a far risaltare alcuni dettagli inseriti nello stampo delle porte. Questo si fa con un lavaggio, molto liquido, di un colore ruggine generico macchiando liberamente ogni parte del modello, dentro e fuori. Come questo comincia ad asciugare con un pennello piatto pulito rimuoviamo l’eccesso dal centro dei pannelli, lasciando più vernice scura intrappolata sotto ai dettagli in rilievo dove simulerà le ombre.

L’utilizzo di pennellate verticali ancora un volta aiuterà a simulare le colature. Questo è il solo momento nel quale voglio cercare di rendere più scura la finitura generale del modello e voglio sperare che ogni altro ulteriore passo nel weathering renderà più luminoso l’aspetto del modello. Quando rimuovete la vernice ancora umida in questo modo è meglio che fate attenzione e che iniziate questo processo immediatamente piuttosto che lasciare il tempo alla vernice di asciugare troppo prima che cominciate.

Per ora quello che abbiamo fatto significa abbassare la tonalità del colore riducendo i contrasti e dandogli una sensazione di focalizzarsi sulla sottile imbrattatura. Ora dobbiamo simulare delle macchie di ruggine specifiche in modo da aggiungere carattere e interesse. Miscelare un singolo colore per la ruggine è quasi impossibile. L’effetto deve essere costruito con diversi sottili livelli di colore che comprendano rossi, marroni, argenti e grigi. La ruggine presente da molto tempo tende ad avere un colore più scuro, la ruggine di recente formazione tende verso degli accesi arancioni e gialli. Come ogni cosa confrontatevi con la vostra documentazione. Delicatamente grattate queste macchie di ruggine con un pennello con le setole arruffate che impedirà alle macchie di ruggine di apparire troppo spesse. Nella realtà la ruggine deve essere sotto la vernice grigia non applicata sopra. Questa abrasione inoltre inizia ad applicare micro graffi e trama all’intera superficie e passa sotto la vernice fino alla finitura sottostante, facendo emergere parte del grigio originale perso nei passaggi precedenti.

Poi dobbiamo guardare a come far risaltare uno o due punti di dettaglio. In molti casi tutto ciò che è necessario è qualcosa che si staglia contro la finitura generale attenuata impedendo al modello di apparire troppo morbido o sfumato. Si deve iniziare a pitturare in poche sottili ombre sulla superficie inferiore dei dettagli più rilevanti, lungo le lumeggiature delle superfici superiori facendole risaltare. Il complesso stampo delle porte poste alla fine ne beneficia moltissimo, come dei pezzetti di plastica stampata possono ingannare l’occhio facendogli vedere dei corrimano separati e delicati. Se mettiamo enfasi sulle lumeggiature questo avrà anche l’effetto, almeno psicologico, di far sembrare più chiaro il modello senza che al momento venga cambiato nulla del colore. Possiamo anche introdurre dei segni specifici, graffi, aree danneggiate o ogni altra caratteristica dal nostro prototipo se ci vogliamo spendere tempo per aggiungerle.

Per me il tocco finale è sempre quello di spendere un paio di minuti con i gessetti. Queste polveri richiedono di venire passate a pennello a secco attorno ai punti con dettagli più delicati, le polveri scure enfatizzano le ombre, i colori ruggine e sporco vanno in aree nelle quali si accumula la polvere. La profondità della pigmentazione di queste polveri è molto più forte di quella della vernice e devono essere usate con parsimonia, come tocco finale, ma riescono a creare una sorprendente differenza. Per passarle prendete un grande pennello morbido (o prendete il pennello del trucco dalla borsa del trucco di vostra moglie lasciandola nel dubbio del perché le sue guance sembrano rugginose la mattina dopo) e con energia spolverate tutta la polvere che potete. La quantità che esce è sempre superiore a quella che volete e potete immaginare come questi pigmenti in polvere possono avere un effetto. Lo fanno e ne è necessaria solo una microscopica quantità per avere un effetto credibile quindi usateli con parsimonia.

Come per ogni cosa circa il weathering è meglio ottenere una finitura leggera e scarsa, che vi attira verso il modello, piuttosto che averne una esagerata che vi respinge. Tocchi finali delicati e adattamenti come questi possono fare la differenza ma voi dovete sapere dove fermarvi, punto di solito posto cinque minuti prima di quando si decide di posare il pennello con la tensione per avere rovinato il vostro lavoro. Se non siete sicuri, se vi serve di aggiungere qualcosa la risposta è sempre la stessa ”No” e quindi utilizzate il vostro tempo per qualcos’altro. Però andate avanti quando voi potete vedete chiaramente che è necessario più lavoro e questo accade in modo particolare quando avete un obiettivo definitivo in mente e conoscete esattamente cosa state cercando di ottenere. Sebbene la sperimentazione sia una buona cosa non fate esperimenti quando state dipingendo un modello che volete esporre.

Fate pratica su un rottame così che potete sapere quello che accadrà quando voi applicherete la vernice sul vostro modello. Se un modello non vi sembra finito o ”rovinato” correttamente non studiate quale lavoro fare sul modello ma andate a studiare l’oggetto reale, in modo che potete tornare al vostro modello con la speranza di avere identificato quanto vi serve e di sapere cosa va cambiato. Il weathering è un processo che consuma tempo non per la distanza a coprire ma per la velocità alla quale bisogna viaggiare. Se avete finito e non vi piace quello che avete fatto non fermatevi ma cercate di fare di più per migliorare. Ripulite il modello riportandolo al punto di partenza e seguite lo stesso percorso ma più lentamente cercando di ottenere dei cambiamenti meno pronunciati con ogni piccolo passaggio.

Molte persone possono pensare che il lavoro finisce qui, e molte persone lo fanno, con un modello singolo dipinto e invecchiato in isolamento. Comunque va sempre tenuto presente come volete utilizzare il vostro modello o dove lo dovrete esporre così come verrà illuminato. Indipendentemente da quanto bene avete finito il vostro modello per farlo vedere al suo meglio è necessario inserirlo nel circondario e il circondario si deve legare al modello. Molto spesso un modello che sembra meraviglioso esposto a casa una volta inserito in un diorama o in un settimg che avete realizzato per il modello ma può stridere in maniera orribile se portato ad una esposizione di un club o inserito in un ambiente creato da altri. Fin dall’inizio dovete pensare su come verrà invecchiato il modello, in modo da rispettare la luce e la pelatte di colori di una basetta esistente o di una collezione di modelli. O, se questo è qualcosa di differente, a quale priorità dare ad un nuovo standard oppure a pensare a realizzare una nuova basetta che lo possa ospitare.

C’é senza dubbio molto che avrei potuto e, che probabilmente potevo scrivere, ma potete completare centinaia di pagine e avere solo graffiato la superficie di questo vasto argomento. Per questa ragione vi lascio qui a quanto ho scritto. Per quello che si dice e si fa sulle tecniche di manipolazione, applicazione e rimozione della vernice e dei pigmenti non è veramente weathering ne queste sono le parti più difficili del processo. Weathering significa familiarità con , capire quanto i differenti materiali sono soggetti alle differenti condizioni ambientali e come, con il tempo e l’uso, si fondono e si inseriscono nel loro ambiente. Così se il weathering è la riproduzione del modo nel quale gli oggetti reali diventano vecchi noi dobbiamo concentrarci prima di tutto sullo studio degli oggetti reali.

Fonti

L’articolo originale (Guide to weathering and distressing models) in formato PDF si trova alla pagina http://www.aidan-campbell.co.uk/techniques.htm del sito www.aidan-campbell.co.uk. Le fotografie inserite nell’articolo sono dell’autore. Si ringrazia l’autore per l’autorizzazione alla traduzione.