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Il Gladiatore Trace della SGF

L’arena era sicuramente il territorio ove avevano autorità ignobili prigionieri di guerra e schiavi, ma il fiero viso e il portamento di questo stupendo figurino della SGF in 90 mm, richiama alla mente un uomo nobile, orgoglioso e consapevole della propria virtus, del proprio valore. Un pezzo davvero spettacolare, pulito nella fusione e che non necessita di alcun lavoro nel suo assemblaggio. Una scultura eccezionale realizzata da Marco Laruccia e che onora ancora una volta le sue indubbie capacità. Vi consiglio di dilungarvi nell’ammirare le decorazioni dell’elmo e degli schinieri e la parte posteriore degli stessi, con gli anelli e i lacci definiti e leggeri come è raro vedere in un figurino.

I gladiatori Traci erano equipaggiati con una versione più piccola (parma) dello scudo utilizzato dai legionari romani, talvolta tondo ma anche di forma rettangolare. Visto che questo scudo poteva proteggerli solo parzialmente, il braccio destro era protetto da una manica, canvas manica, che poteva essere di cuoio come nell’esempio del Mosaico da Tusculum oggi al Museo Borghese, ma probabilmente in periodi successivi, anche in metallo (a segmenti o a scaglie). Questa protezione avvolgeva il braccio nella sua interezza, ma grazie alla sua costruzione era anche molto flessibile e permetteva al gladiatore movimenti agevoli e rappresentava il tipico apparato difensivo posto sul braccio armato. Sua funzione principale era quella di riparare il braccio da qualsiasi urto contro l’arma avversaria, spigoli come quelli di uno scudo o comunque contro qualsiasi oggetto potesse provocare danni anche momentanei. Le strisce erano collegate internamente da tre fettucce di cuoio ed ognuna di esse era bloccata al braccio mediante lacci. Tra il braccio e la manica era posizionata una fasciatura probabilmente di cotone o lino, imbottita con lana, come il giubbotto utilizzato dai legionari sotto l’armatura, ed utile ad assorbire gli urti violenti derivanti dai colpi inferti da armi di metallo, che sebbene fermati dalla protezione in metallo, potevano comunque provocare traumi violenti o fratture sulle ossa. Punto di forza di questo figurino è rappresentato dall’elmo e dagli schinieri, magistralmente cesellati da Laruccia. L’elmo che vediamo riprodotto è tra quelli rinvenuti nella Caserma dei Gladiatori a Pompei (oggi al Museo Archeologico di Napoli) ed è adornato con piume e una cresta. A rilievo possiamo notare un gladiatore che regge una palma, due amorini , scene bacchiche, mentre nella cresta troviamo un’erna di Ercole barbato. Altri animali e soggetti completano la decorazione. Questo elmo, in bronzo, consentiva una visione chiara e una buona ventilazione. Come arma questo gladiatore utilizza una corta spada ricurva, la sica. Gli splendidi schinieri (ctemides) sono anch’essi conservati al Museo Archeologico di Napoli. Tra i soggetti rappresentati notiamo una testa di Sileno, due teste dionisiache, una cicogna che calpesta un serpente. La panciera non rappresenta, come erroneamente si può pensare, una cinta che reggeva il perizoma, ma invece costituiva una protezione (se non l’unica) per la milza o il fegato. Era costituita da una larga striscia di cuoio rinforzata da inserti in metallo.

In definitiva questo gladiatore è un pezzo che nessuno dovrebbe farsi sfuggire dall’acquistare e che darà a tutti grandi emozioni e soddisfazioni nel dipingerlo.

Marco Colombelli

p.s altre immagini disponibili in questo sito alla pag.
http://alfamodel.kallisti.it/modules/xg2.1/index.php?g2_itemId=48456