Bottoni e placche delle uniformi del Regno Italico 1805-1814 – G. Centanni

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Bottoni e placche delle uniformi del Regno Italico 1805-1814 – G. Centanni

Ultimo aggiornamento del 27 GIUGNO 2022.

Il Regno d’Italia nasce il giorno 18 maggio 1805 quando una deputazione della Repubblica Italiana, recatasi appositamente a Parigi, offre a Napoleone I° Imperatore dei Francesi la Corona di Re d’Italia.
Napoleone accetta ed il 26 maggio 1805 si cinge la testa della Corona Ferrea.
Il regno si sciolse il giorno 11 aprile 1814 in seguito alla sua prima abdicazione a Fontainebleu.
Durante questo periodo tutte le uniformi italiane vennero dotate di appositi bottoni, modulo piccolo da 16/17 mm e modulo grande da 22/23 mm e placche romboidali dette a losanga per quasi tutti i reggimenti della linea. La Guardia Reale adottava placche molto simili alla Guardia Imperiale francese.
Per semplicità dividerò la trattazione in base all’organizzazione più o meno definitiva che l’esercito ebbe successivamente al 1808-1809 e fino alla fine del Regno.

TRUPPE DI LINEA

FANTERIA DELLA LINEA
I sette reggimenti della fanteria di linea indossavano bottoni che rappresentavano il numero del Rgt di appartenenza sormontato dalla corona ferrea e vennero prodotti in due varianti, a 5 o a 7 punte. I bottoni erano contornati da una collana di perline.

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Anche sulle placche da shako era indicato il numero del reggimento sormontato dalla corona. Seguono le solo immagini note.
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Placca del 3° Rgt Fanteria della Linea

Aggiungo altresì alcuni esemplari la cui originalità è alquanto dubbia.

L’appartenenza all’esercito per i soldati era motivo di grande privilegio, soprattutto per gli ufficiali, i quali di loro iniziativa, si facevano personalizzare alcuni oggetti della vita quotidiana dagli incisori più abili. E’ il caso dell’anello in argento del 2° Rgt. fanteria di linea, delle placchette di guarnizione dei calci delle pistole sempre del 2° e anche del 3° Rgt. e della piccola bottiglina metallica da tasca del 2° Rgt., presumibilmente appartenuti tutti a degli ufficiali.

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Piece de Pouch 2° linea

Piece de Pouce 2

Esistono poi esemplari di placca della fanteria di linea, noti quelli del 1° Rgt (conservato nel Museo di Saragozza), del 2° Rgt (conservato nel Museo di Malojaroslavets) ed un esemplare non ancora attribuito, che vennero adottati a partire dal 1812 non più a losanga ma con aquila con la testa rivolta a destra, come tutte le aquile italiche, mentre l’aquila francese era sempre rappresentata con testa rivolta a sinistra. Al centro dell’aquila si nota poi la tipica corona ferrea del regno italico. In basso, nel campo, è indicato il numero del Rgt

Placca 1° Rgt Fanteria di Linea 1812 Museo Zaragoza

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I bottoni della truppa erano fabbricati con fusione unica in varie leghe di stagno, mentre i bottoni degli ufficiali erano composti da due parti, il fondello realizzato in metallo duro ma a volte anche in legno oppure osso e la placca superiore in metallo pregiato (lega di argento).

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Segue un bellissimo esemplare di gorgera da Ufficiale del Granatieri reggimentali del 3° Rgt. di Linea. La catalogazione dell’oggetto è stata molto dibattuta nel mondo collezionistico. Secondo alcune fonti, compresa la casa d’aste che l’ha venduta, si tratterebbe di gorgera da Ufficiale dei Granatieri della Guardia Reale, ma a parere dello scrivente, e di altre autorevoli fonti, non può riferirsi alla Guardia Reale in quanto nel proprio organico la Guardia annoverava un solo Rgt. di Granatieri. La gorgera da Ufficiale dei Granatieri della Guardia è invece riportata in appresso.

Gorgera Ufficiale Granatieri reggimentali del 3° di linea -800+ Hermann H.

La medesima considerazione si può fare sulla placca seguente che era montata sul berrettone di pelo d’orso e che non può essere riferita alla Guardia Reale per la presenza del n° 3 ma certamente alla compagnia dei Granatieri reggimentali sempre del 3° Rgt. di Linea oppure agli zappatori reggimentali del medesimo Rgt. in quanto, in entrambi i casi, anch’essi adottavano il berrettone di pelo d’orso.

Placca degli Zappatori Reggimentali del 3° Rgt di Linea

Nessun dubbio, invece, sulla seguente granata, certamente riferibile ad una delle  baudrieres del sabre-briquet o della cartuccera  dell’uniforme degli zappatori del 3° Rgt di Linea, unico esemplare completo noto, mentre ne esistono diversi esemplari spezzati.

Granata con corona 3° Rgt

Sul bottone seguente anch’esso venduto all’asta quale bottone dei Granatieri della Guardia Italiana, si manifesta qualche perplessità in merito anche alla sua appartenenza al periodo in questione.

Fanteria di Linea Zappatori reggimentali del 3° di Linea

Per completezza storica si riferisce che sul finire dell’anno 1813, in seguito alla quasi totale distruzione del contingente italiano inviato in Russia, venne decretata la costituzione di quattro nuovi reggimenti della linea e precisamente i n° 8, 9, 10 e 11. Nella realtà la formazione di tali unità non venne mai avviata in quanto di li a poco il Regno venne sciolto a seguito della prima abdicazione di Napoleone.

FANTERIA LEGGERA
I 4 reggimenti della fanteria leggera adottarono bottoni e placche con la cornetta tipica dei cacciatori con all’interno indicato il numero del Rgt. che per le placche era a smalto nero. Non è ben noto se la cornetta fosse, sulle placche, sormontata dalla corona ferrea. Alcune fonti riportano la cornetta senza corona per la fanteria leggera e con la corona per i cacciatori a cavallo. Altre fonti sembrerebbero indicare le due specialità con medesima placca. Di recente catalogazione è poi la placca attribuita ai carabinieri del 2° Rgt della Fanteria Leggera. Tale catalogazione è stata possibile per l’esistenza in una collezione privata di uno shako completo con coccarda dai colori italici. Questa informazione ha consentito di attibuire a tale specialità anche un altro esemplare noto. Seguono le immagini.

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A corredo vi è il recentissimo ritrovamento di una rosetta del sogolo di uno shako, per la foto della quale ringrazio un carissimo amico che me l’ha concessa, che rappresenta una novità assoluta. Si tratta infatti del primo ritrovamento su territorio italiano, nei pressi del Lago di Garda, di una rosetta con questa foggia del tutto simile a quella della placca sopra riportata, anche se non vi è impresso alcun numero reggimentale, e che mi fa propendere per attribuirla ad uno shako italiano di carabiniere della fanteria leggera. Su tutti gli shako francesi della fanteria leggera conservati fino ai nostri giorni, infatti, le rosette riportano sempre e soltanto la cornetta da caccia per tutte le specialità ad eccezione di quelle dei battaglioni dei carabinieri che riportano la sola granata. Ovviamente si tratta di una mia interpretazione che può essere smentita da chiunque abbia maggiori informazioni.

Ultimamente sono stati rinvenuti in Russia due nuovi esemplari che non posso che definire alquanto grossolani nello stile di realizzazione ma che rappresentano due novità assolute. Si tratta di una placca del 2° Rgt della fanteria leggera ed una presumibilmente appartenuta ad un Carabiniere ma del 3° Rgt della Fanteria Leggera. Da notare la granata tipica dei carabinieri posta in basso, subordinata alla cornetta e al numero reggimentale e non compresa all’interno come la precedente versione. E’ possibile che i due reggimenti avessero adottato due diverse forme di placca.

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Molti dubbi nascono anche riguardo i bottoni.   Alcune fonti li descrivono con cornetta contenete il numero reggimentale e corona ferrea del tipo qui riportato, che però è stato prodotto ad opera di un gruppo di reenactors e che gentilmente mi hanno concesso di fotografare le loro uniformi.

 

Nella realtà non vi è alcuna traccia ufficiale sull’adozione di tali bottoni ma la tesi più accreditata e i ritrovamenti lasciano poco spazio alle interpretazioni. I bottoni della fanteria leggera italiana erano senza corona e quindi del tutto simili al modello francese. Molti esemplari senza corona sono stati infatti ritrovati nei campi di battaglia sui quali hanno combattuto i Rgt. Italiani e non vi presero parte i corrispondenti Rgt. francesi. Il riconoscimento si basa sulla presenza della perlinatura di contorno, anche se non è un valore assoluto, ed anche e soprattutto sul tipo di carattere particolare dei numeri che in alcuni casi risultano molto diversi da quelli francesi;  i più caratteristici sono certamente il numero 1 con carattere arabo a differenza dei francesi che utilizzano il numero romano e poi il numero 3 con la sua forma particolare.

 

img54b8cb22a6ec6Ulteriori confermr alle suesposte considerazioni possiamo trarle dai dipinti coevi che rappresentano le fotografie dell’ottocento. Un carissimo amico mi ha inviato la foto di un dipinto poco conosciuto di un Ufficiale del 1° Rgt della fanteria leggera conservato in una collezione privata, il quale mostra dei dettagli preziosissimi per questo studio. Si tratta della gorgera con fregio bicolore tipico delle placche italiche, della fibbia della cintura, anch’essa bicolore e della placca dello shako, che essendo da ufficiale, riporta l’aquila italica e non solo la cornetta. Trova poi conferma la mancanza della corona sui bottoni e l’uso del numero 1 con carattere arabo.  Prezioso anche il dettaglio di come venisse ancorata la gorgera ai bottoni delle spalline.

C’era poi un quinto Rgt della fanteria leggera denominato Reggimento Reale Dalmata in quanto tutti i soldati erano reclutati nella regione Dalmazia. Di esso sono noti sia la placca, in due varianti, che i bottoni, anch’essi in due varianti, uno in uso nel primo periodo del Regno con l’iscrizione “Legione Dalmata” e uno successivo con l’iscrizione “Reg. Real. Dalmata”. Esistono poi alcune tavole coeve che riportano addirittura la placca con l’indicazione della sigla BRD “Battaglione Reale Dalmata”, in uso, sembrerebbe, nel periodo che va dalla costituzione dell’unità fino alla sua trasformazione in Rgt, ma in tal guisa non esistono reperti.

img53a7e33dbfdffPlacca Reale Rgt. Dalmata 3
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Agli albori del Regno era stato costituito anche un Battaglione di Cacciatori Volontari d’Istria, disciolto poi nel 1811 ed incorporato nel 3° Rgt. leggero. Si presume che avessero la placca a losanga con corno da caccia sormontato da corona e bottoni con cornetta ed iscrizione Battaglione d’Istria. Nessun esemplare noto fino ad ora che abbia queste caratteristiche, però è stato recentemente ritrovato questo bottone con iscrizione Cacciatori Volontari che mostra notevoli similitudini. Potrebbe quindi essere questo il bottone adottato, ma non si ha ancora alcuna certezza.

Conclude la trattanzione della Fanteria leggera il Rgt. Coloniale derivato dal Battaglione Coloniale costituito dai renitenti alla leva e dai disertori. Il Rgt. venne relegato sull’Isola d’Elba. Non sono noti bottoni e placche.

ALTRI CORPI DI FANTERIA
Rgt Gendarmeria Reale
Al momento non si conoscono i bottoni di questa specialità e neppure le placche che molto propabilmente non furono mai adottate. Queste unità di polizia indossarono quasi certamente il bicorno per l’intera durata in servizio. Sono però noti due esemplari di fibbia della Gendarmeria del Piave ed addirittura un cinturone completo della Gendarmeria del Panaro.


Rgt Guardia di Venezia. Alcune fonti rappresentano la placca a losanga dello Shako ed i bottoni con le lettere G.D.V. sormontate dalla corona ferrea. Altre, anche più antiche, rappresentano invece le sole lettere G.V.. Inoltre recentemente è stato rinvenuto sui monti Feltrini, in alta montagna, un bottone inedito da un carissimo amico che gentilmente mi ha concesso di poterlo pubblicare su questo scritto che rappresenta le lettere G.S.V. sormontate dalla corone ferrea.
Molto probabilmente non si tratta di differenti interpretazioni o di errori, ma si tratta di placche e bottoni assegnate alle diverse unità che componevano inizialmente la Guardia di Venenzia o all’evoluzione che nel tempo hanno subito le medesime unità che qui si riportano:
Formazione iniziale:
– Compagnia Guardia Militare di Polizia (1806-1808);
– Compagnia dei Cannonieri Borghesi (1806-1808);
– Guardia del Genio di Venezia (1806-1808);
Evoluzioni:
– Battaglione della Guardia Nazionale Sedentaria di Venezia (1808-1810) composta da 1 compagnia di cannonieri e 8 di fucilieri. In questa unità quasi certamente si colloca il sopra menzionato bottone con le iniziali G.S.V..

– Reggimento della Guardia Nazionale Sedentaria di Venezia (1810- 1811) composto da una battaglione cannonieri e 2 di volteggiatori;
– Reggimento della Guardia della Città di Venezia (1811-1814) che affiancò la composizione precedente del Reggimento della Guardia.

Btg Guardia di Milano

Rgt Veterani ed Invalidi che aveno sulla placca e sui bottoni la descrizione della specialità (noto solo il bottone, in due esemplari, del Rgt dei Veterani Nazionali di cui uno ritrovato recentemente in Russia).

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Btg Bersaglieri volontari comunemente detto dei Bersaglieri Bresciani (dal luogo di costituzione).

1° Rgt. Volontari che adottava placca romboidale con le lettere R.V. sormontate dalla corona ferrea ed indicato il numero 1.
2° Rgt. Volontari che adottava la medesima placca del 1° Rgt ma con il numero 2. Un carissimo amico ha rinvenuto su una numero molto vecchio, esattamente il n° 6 della rivista Passepoil del 1925, il disegno della placca del 2° Rgt volontari che sembra essere stato eseguito da un possessore di un esemplare originale. Si possono notare nel contorno  le ghirlande di Ulivo e Quercia che nessun testo aveva mai riportato.

Compagnie di Riserva Dipartimentali.
Alcuni di questi reggimenti indossavano berretti in panno di lana con coccarda e chevron a V senza placche. Per gli altri non sono noti al momento ne bottoni ne placche.
Le compagnie di riserva dipartimentali, che erano 22, secondo alcuni autori adottarono la placca a losanga con numero di compagnia in rilievo a smalto nero. Non esiste però alcun documento dal quale si evinca l’abbinamento di ciascun dipartimento ad un numero specifico. Le medesime fonti ritengono che molto probabilmente sul bottone era indicato il numero del reggimento ed il nome del dipartimento di provenienza. Segue la foto di una ipotetica placca, rinvenuta negli scavi della campagna di russia, che ricalcherebbe tale teoria.

In realtà, molte altre autorevoli fonti, alle quali anche il sottoscritto si allinea, riportano per tali compagnie, sia la placca che i bottoni contenenti la grande lettera R sormontata dalla corona ferrea ed in basso il nome del dipartimento. Si sa per certo che ne esistano degli esemplari in alcune collezioni private e, per gentile concessione un carissimo amico, posso mostravi un esemplare del bottone della Compagnia di Riserva del Dipartimento del Metauro. Scoperto in Russia nella primavera del 2022 un nuovo esemplare del diparetimento dell’Alto Po.

CAVALLERIA
I 4 reggimenti di cacciatori a cavallo erano stati dotati, all’inizio del periodo considerato, del Colback di pelo d’orso ad eccezione del 1° Rgt che indossava la Czapska. Successivamente i copricapi vennero sostituiti dallo shako con la conseguente adozione delle placche a losanga con cornetta tipica dei cacciatori all’interno della quale era indicato a rilievo, ed in nero, il numero del reggimento. La consueta corona sormontava la cornetta. E’ doveroso ricordare che alcuni ufficiali come pure le trombe del 1° Rgt ottennero l’autorizzazione per continuare ad indossare la loro Czapska, così come pure la compagnia d’Elite del 3° Rgt mantenne il proprio Colback. E’ invece ormai accertato che il 4° Rgt non ebbe mai le placche a losanga e sul loro shako era applicata solamente la coccarda tricolore con il passante ed il bottone. Di seguito si riportano le placche dello shako note mentre non si ha alcuna descrizione dei bottoni adotatti.
1° Rgt cacciatori a cavallo Real Italiano (ex 1° Ussari);
3° Rgt cacciatori a cavallo.
Non è nota l’esistenza di placche relative al 2° Rgt cacciatori a cavallo Principe Reale.
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Negli ultimi anni si sono viste nelle aste e nei siti specializzati diversi esemplari di placche da cintura e da giberna del solo 3° Rgt dei cacciatori, mentre mai nessun esemplare degli altri reggimenti è apparso. Inoltre fino a pochi anni fa era noto un solo esemplare di bandoliera con giberna da Ufficiale (peraltro con fregio in metallo bianco) conservato in un museo tedesco. Quindi coloro che volessero avventurarsi nella collezione di tali reperti sono avvisati: attenzione alle copie ed ai falsi.

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Esemplare di fregio da giberna da scavo e fregio di harnachement (finimenti di cavalleria) con inconfondibile e caratteristico numero 3 italico, da attiribuire entrambi al 3° Rgt Cacciatori a Cavallo. Collezione privata.

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La Cavalleria annoverava anche due reggimenti di Dragoni, Dragoni Regina e Dragoni Napoleone, che indossavano l’elmo con fascia di pelle di pantera nera per la truppa ed in pelle di leopardo per gli ufficiali ed il monogramma N sormontato dalla corona. Nel decreto del 20 giugno 1805 in cui veniva istituito l’uso e descritta la rappresentazione dei bottoni dei corpi italiani, relativamente a tale specialità, si leggeva che i Dragoni Regina dovessero essere dotati di proprio bottone con il monogramma DR sormontato da corona ferrea come il seguente.
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Versione da Ufficiale con lamina in argento.

La medesima simbologia era riportata anche su alcuni attributi delle armi come il  piece de pouch che segue (piccola borchia inserita sull’impugnatura delle pistole) e sull’anello in argento ed anche su altri accessori in uso soprattutto agli ufficiali.
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Il fregio che segue, la cui classificazione rimane ancora un dilemma, è certamente riferibile al Rgt dei Dragoni Regina, ma essendo alto circa 7 cm potrebbe essere un fregio da giberna o da baudriere, mentre credo si possa escludere la sua derivazione, in quanto troppo piccolo, da un portacappotto o da una gualdrappa (normalmente poi sulla gualdrappa dei cavalli vi erano fregi in tessuto e non metallici). Non si esclude che qualche ufficiale lo abbia adottato pur non essendo regolamentare, però ultimamente ne è apparso anche un frammento della medesima tipologia ed uno più piccolo di dimensioni, circa 5 cm, ma di fattura più grossolana. Gli oggetti sono ancora fonte di studio.

Fregio Dragoni Regina

Sul medesimo decreto anche i Dragoni Napoleone avrebbero dovuto avere il proprio bottone con il monogramma DN sormontato da corona ferrea. Nella realtà esistono rarissimi esemplari noti,  se ne conoscono solo quattro o cinque, tutti facenti parte di collezioni private che hanno però non la tipica corna ferrea ma la corona lombarda.img54b8c698256d9

Dragoni Napoleone.
Mentre è ormai pacifico che tutti i Dragoni Italiani, sia della linea che della guardia, utilizzassero, almeno nei primi anni del Regno, bottoni con il solo monogramma N sormontato da corona e certamente i Dragoni della Guardia li utilizzarono anche negli anni successivi, come dimostrato dal rinvenuto testo dell’Avviso del 20 aprile 1805 emanato dal Dipartimento della Guerra che si allega.

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Anomala è invece la fibbia qui riportata sia per la presenza della corona ferrea, a differenza degli altri fregi noti e sicuramente autentici che riportano invece la corona lombarda e per avere il monogramma N una forma un pò bizzarra. Mi astengo ad ogni modo e nella maniera più assoluta da esprimere giudizi sulla originalità non avendo alcun riferimento uniformologico ne a favore ne contrario.

Fibbia Fanteria Napoletana

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ARTIGLIERIA DELLA LINEA
Era composta da un Rgt dell’artiglieria a piedi ed un Rgt dell’artiglieria a cavallo. Ogni reggimento di fanteria aveva poi la propria compagnia di artiglieria reggimentale ed infine il Treno.
Gli artiglieri a piedi indossavano lo shako con placca a losanga con cannoni incrociati in metallo bianco.

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Gli artiglieri a cavallo indossavano la czapska di foggia polacca con cannoni incrociati e corona in metallo giallo. Indicata anche la probabile foggia dei bottoni.

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img53e0a6269c110Segue una probabile parziale ricostruzione del fregio sulla base di una parte originale con tipica corona ferrea così come riportato dai testi Brandani-Crociani.

Fregio Artiglieria a cavallo della Linea 1808

A dare supporto a questa versione di fregio è recentemente apparsa la seguente foto, segnalata da un amico russo,  di un probabile bottone del treno di artiglieria, la cui originalità però non è certa.  Artiglieria Treno della Linea

Altro esemplare anch’esso apparso pochi giorni dopo con qualche variante.

In realtà su gran parte delle tavole esistenti, comprese le coeve, la corona sui fregi dell’artiglieria, è rappresentata come corona “classica” come la seguente

Fregio del Treno di artiglieria della Linea 1808
Ultimamente è apparso su un noto sito di vendite on line questo fregio che potrebbe essere attribuibile al treno di artiglieria della linea in quanto presenta la tipica catasta di palle però unite alle canne differentemente da quanto rappresentato in genere per i fregi di artiglieria. Vi è da aggiungere che questo fregio fu però largamente utilizzato da molte artiglierie pertanto dare una esatta collocazione, senza avere dettagli più caratterizzanti, direi che potrebbe essere un pò azzardato.

Fregio artiglieria

Gli artiglieri reggimentali avevano lo stesso equipaggiamento della truppa (Placca e bottoni con numero del rgt con corona), mentre gli addetti al treno avevano lo stesso shako degli artiglieri a piedi ma con fregio con cannoni incrociati in metallo bianco.

GENIO
Zappatori, minatori ed il treno trasporti indossavano lo shako con placca a losanga con asce incrociate sormontate da corona. Non è nota l’esistenza di reperti. I bottoni riportavano l’indicazione “zappatori italiani” per i primi due reparti e “treno del ginio” per i trasporti. Nel complesso erano molto simili a quelli francesi.

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GEOGRAFI

Menzione speciale merita la fibbia di cinturone di un Ufficiale Geografo del Genio, i cui appartenenti al tempo erano denominati “Geograti”

Fibbia Cinturone Ingegnere Geografo - Hermann H.
TRASPORTI MILITARI
Componevano questo reparto due battaglioni di trasporti militari dei quali sono noti placca e bottone che riportavano il monogramma TM sormontato da corona.

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Si ritrova il medesimo logo anche su altri oggetti ritrovati nei luoghi della campagna di Russia.

Fibbia da bandoliera Trasporti Militari
MARINA
La marina annoverava un cospicuo numero di unità.
Un Battaglione di Fanteria di marina del quale al momento è nota la sola placca dello shako.


Un Battaglione di Cannonieri Marinai del quale pure si conosce la rara placca dello shako conservata nel museo del Risorgimento di Milano.

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Molti bottoni dei cannonieri sono stati rinvenuti all’interno del relitto del brigantino italo-francese Mercurio, facente parte della flotta del Regno Italico, affondato il 22 febbraio 1812 durante i combattimenti della battaglia di Grado e rinvenuto nel 2001.  Un carissimo amico ricercatore  mi ha fatto perveniere la foto di un bottone del tutto simile rinvenuto ancora sui monti Feltrini (Dolomiti) ad oltre 1000 metri di altitudine, peraltro di poco distante dal luogo di ritrovamento del bottone del Battaglione della Guardia Sedentaria di Venezia di cui ho parlato sopra.

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Seguono poi un Battaglione di Cannonieri Veneziani, uno di Invalidi dell’Estuario, uno di Veterani il cui bottone qui riportato è stato rinvenuto in Russia, presso la Beresina, uno della Flottiglia, uno di Battellanti della laguna ed ancora, le Compagnie Guardaciurme di Venezia ed Ancona, quelle dei Trombieri dell’Arsenale e quelle dell’Ospedale di marina di Venezia.

C’era poi un Battaglione di Operai Militarizzati di Marina organizzato su due compagnie, la cui costituzione, dopo varie vicissitudini e poco convinti  tentativi, fu ufficialmente decretata nell’aprile del 1811 e nell’ottobre del medesimo anno contava 107 unità a fronte delle 800 richieste da Napoleone. Di recente scoperta nei pressi di Smolenk sono i due bottoni che seguono, di estrema rarità, appartenenti probabilmente alla stessa persona in quanto trovati a pochi centimetri di distanza.

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Nessuna informazione su placche e bottoni di questi reparti.

GUARDIA REALE

Per semplicità si introduce un piccolo schema riassuntivo tratto dalla pubblicazione Quaderni di Storia e di Uniformologia, Milites n° 2 sulla fanteria della Guardia Reale Italiana di Napoleone Bonaparte (1805-1814).

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FANTERIA
La fanteria della Guardia Reale era così organizzata:
Rgt Fanteria Reale di linea divenuto nel 1812 Rgt Granatieri e Rgt Carabinieri
Rgt Coscritti divenuto nel 1813 Rgt Cacciatori
Rgt Veliti
Le uniformi avevano i bottoni, sempre con le medesime dimensioni previste per la linea, rappresentanti l’aquila imperiale con la corona ferrea inserita nello scudo centrale. Anche in tal caso si potevano avere due varianti. La grande N sotto la corona, oppure una stella. Fanteria Reale e poi Granatieri, Coscritti e poi Cacciatori utilizzarono bottoni in metallo bianco oppure bottoni ed attributi in altri metalli e leghe ai quali era applicata poi l’argentatura.

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img53a2b66be77d0Aquila da giberna della fanteria della Guardia.

Solamente il Rgt. Veliti adottò il bottone a fusione unica e tutti gli attributi dell’uniforme in metallo giallo.

Guardia Reale 16 mm

Segue una rarissima gorgiera  da Ufficiale

Gorgera da Ufficiale dei Veliti Reali

Il bottone della truppa si distingueva però da quello degli ufficiali superiori per i quali era decretata la versione a lamina dorata e fondello.

img53a8539136178Recentemente si è potuto attribuire i bottoni seguenti ai reggimenti delle Guardie d’Onore, per un ritrovamento presso la famiglia di un ufficiale appartenuto alle Guardie, di una grossa fornitura di bottoni ancora con patina originale. La particolarità si ritrova nella puntinatura nel campo sotto alla Corona Ferrea che non si ritrova sugli altri bottoni della Guardia.

Guardia Reale - Veliti

I Granatieri della Guardia adottarono la placca in metallo bianco sul berrettone di pelo d’orso del tutto simile a quella francese, aquila imperiale con testa rivolta a dx con granate ai lati e corona ferrea con stella nel corpo.

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Lo stesso motivo lo si ritrova anche sulle fibbie del cinturone degli ufficiali.

img561e5d5f26aa1La gorgiera da Uffciale dei Granatieri in metallo bianco riportava invece la granata sempre in metallo bianco con fiamma in metallo dorato, colori opposti alle corrispondenti gorgiere francesi.

Gorgera Ufficiale dei Granatieri Guardia Reale - 800+ Hermann H.

Dal seguente esemplare, appartenente ad una collezione privata, si vede come le placche fossero presumibilmente anche di provenienza francese e poi adattate per l’esercito italico aggiungendo l’argentatura, che in tale esemplare, di certa autenticità, risulta consumata ed evanescente.

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I veliti avevano lo stesso berrettone dei cacciatori ma con placca in metallo dorato recante l’aquila imperiale e ghirlande di alloro e quercia  (esemplare conservato nel Museo Stibbert).

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Anche in questo caso il medesimo motivo lo si ritrova sulla fibbia del cinturone da ufficiale (esemplare conservato nel Museo Stibbert).

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CAVALLERIA
Era composta da tre reggimenti:
Rgt Dragoni
Rgt Gendarmeria scelta
Rgt Guardie d’onore (un Decreto del 20 giugno 1805 istituì la 1^ Compagnia di Milano, la 2^ Compagnia di Bologna, la 3^ Compagnia di Brescia, la 4^ Compagnia di Romagna, mentre la 5^ Compagnia di Venezia venne istituita successivamente con Decreto del 2 agoto 1806).
Dragoni e Guardie indossavano caschi senza insegne come pure senza insegne era il berrettone di pelo d’orso della Gendarmeria. Per quest’ultima specialità il disegno del bottone riportato da Louis Fallou è risultato corretto.

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I Dragoni della Guardia indossavano anch’essi il bottone già analizzato per i Dragoni della Linea ossia la grande N sormontata da corona classica.

ARTIGLIERIA
L’artiglieria a cavallo della guardia indossava il colback di pelo d’orso senza insegne e bottoni a pallina nel dolman e nella pelisse, mentre l’artiglieria a piedi venne inizialmente dotata del bonnet di pelo d’orse senza insegne ma nel 1812 anche per questa specialità arrivarono gli shako che presentavano fregi con aquila e cannoni incrociati. Segue un esemplare di placca da shako presumibilmente da ufficiale ed uno della truppa ritrovato in Russia. Sulla placca da ufficiale non si ha certezza assoluta sulla sua autenticità in quanto mostra due caratteri anomali: la testa dell’aquila rivolata a sx e l’utilizzo di due colori di metallo. Non vi è traccia in alcun testo dell’uso di placche bimetalliche. In considerazione però della stravaganza di alcuni ufficiali e della artigianalità di molti attributi uniformologici non si può escludere la veridicità.

Placca Ufficiale del Treno di Artiglieria

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MARINA
Si hanno notizie dell’esistenza di una sola compagnia della marina della guardia. Recentemente sono apparsi da collezioni private due rarissini bottoni da Ufficiale, mentre ritrovato nei pressi della città di Fermo un bottone da truppa risulta al momento essere il solo esemplare conosciuto. Ringrazio lo scopritore per avermi inviato la foto.

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SERVIZI RIUNITI
Era una compagnia di sostegno alla fanteria della guardia. Partecipò anche alla campagna di Russia del 1812. Noto solo il bottone.

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CORPO DI SANITA’

Reparto ancora allo studio.

CORPO DEGLI INGEGNERI D’ACQUE E STRADE.

Napoleone era fermamente convinto che la crescita sociale dovesse essere supportata da attente opere di ingegneria idraulica e stradale.  A tale scopo il decreto del 6 maggio 1806, firmato di suo pugno, istituiva il Corpo degli Ingegneri d’Acque e Strade organizzato sul modello di quello Imperiale Francese.  All’Art. 4 era disciplinato il reclutamento che doveva avvenire scegliendo tra i migliori allievi delle scuole civili e militari (dalla Scuola di Acque e Strade, dalle due Università del Regno, dalla Scuola Militare del Genio).  Il corpo era quindi misto e destinato alle opere civili e militari. Non è noto se durante la formazione gli allievi indossassero un’uniforme ma è certo che alla conclusione degli studi gli allievi provenienti dalla Scuola Militare venissero integrati nei ranghi del Genio con la medesima uniforme del corpo ma con indicato sui bottoni la loro specialità. Un esemplare ritrovato da poco in ottime condizioni.

Inserisco, in ultimo, due elementi, una fibbia ed un terminale di bandoliera, che per la presenza della stella e della corona contemporaneamente sono certamente attribuibili alle uniformi della guardia ma che di essi non vi è al momento alcun riferimento bibliografico.

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Altro finale di bandoliera ed altri accessori recentemente apparsi in vari siti d’asta, forse anche troppo frequentemente.

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Fregio

Concludo la trattazione della Guardia con una eccezionale placca di grandi dimensioni conservata al Salon de L’Emperie in Provenza inizialmente catalogata come placca da parete o di palazzo. E’ notizia recentissima invece che questa placca facesse parte di una intera collezione di 12 esemplari conservati nel Museo di Storia Militare di Vienna e che solo successivamente fu poi donata ed esposta al Salon. La quntità esistente e la dimensione delle placche che sfiora i 50 cm lascia ancora molti dubbi sul suo utilizzo.

Placca Guardia Reale Italiana Salon de l'Emperie

Ci sono poi un certo numero di oggetti che appaiono di tanto in tanto e che apparentemente sembrano antichi ed originali ma che non si riescono a catalogare in nessuna categoria nota e che sono probabilmente frutto della fantasia degli autori, ma che per la loro natura non possono essere considerati neanche copie o falsi.  Due esempi che hanno suscitato molti dibattiti. Il primo sembra essere un fregio di fine ottocento in lega di bronzo stampato al quale è stata aggiunta la corona ferra in argento, mentre il secondo è un fregio di grandi dimensioni, diametro di circa 10 cm, ma con alcune anomalie storiche. Presenta la corona con sei punte mentre normalmente la corona italica aveva sempre punte di numero dispari, e l’aquila ha la testa rivolta a sinistra come quelle francesi, mentre le aquile italiche erano note per avere la testa rivolta a desta.

Non si tratta  invece di dubbia provenienza ma di una riproduzione certa la placca qui sotto riportata, apparsa recentemente su un sito di aste online. Si tratterebbe della placca del 5° Rgt. di fanteria di linea, che il venditore dichiarava aver ritrovato nei pressi di Smolensk. Ma la fattura, i tratti dei dettagli, della corona, l’invecchiamento ecc. non lasciano già dubbi da soli. A ciò si aggiunge la circostanza che il 5° Rgt non ha partecipato alla campagna di Russia trovandosi impiegato, al tempo, nella Guerra di Spagna.

GUARDIA DI FINANZA

Il Decreto del 2 Marzo 1808 del Vicerè Eugenio istituiva il corpo della Guardia di Finanza del Regno d’Italia. Per i finanzieri era previsto l’uso di cappello bicorno alla francese, quindi senza placche. Bottoni in metallo bianco per Ispettori e Sottoispettori ed in metallo giallo per Capi di prima, seconda e terza classe, Sottocapi, Appointes e truppa con iscrizione “Regno d’Italia – Finanza”. Medesima iscrizione si ritrova sulle fibbie della bandoliera. Per i bottoni non solo esistono degli esemplari noti ma addirittura se ne conoscono due varianti.  La prima è quella che riporta esattamente quanto descritto nel decreto e che qui si propone ed una seconda  che non ha la leggenda attorno con iscrizione “Regno d’Italia”. C’è però una seconda ipotesi. Forse il grande modulo aveva la descrizione mentre il piccolo modulo no. Nella stella dovrebbe essere incisa la lettera N.

GUARDIA NAZIONALE

Sull’esperienza della guardia nazionale francese istituita nel 1791 allo scopo di garantire l’ordine pubblico, anche in Italia nacquero delle compagnie di guardia nazionale ad iniziare dalla città di Bologna nel 1796. Molte altre città seguirono tra cui Venezia, Padova, Ancona, Milano ed anche cittadine minori e furono anche istituite delle compagnie di cannonieri guardacoste nelle città di Murano, Comacchio, Civitanova, Senigallia ecc.
La Guardia Nazionale aveva il suo bottone con l’iscrizione Guardia Nazionale. Ne esistono anche alcune varianti rarissime con indicato il nome della città di provenienza (noto il bottone guardia nazionale di Budrio, quello dell’Istria ed il disegno di quello di Reggio Emilia).
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SCUOLE E LICEI MILITARI

Napoleone aveva ben capito che un ottimo esercito doveva essere guidato non più da ufficiali nominati solo per essere discendenti dalle nobili casate, ma da soldati formati sin da piccoli all’arte della guerra. Per tale motivo fu promotore della nascita di numerose scuole e licei militari i cui allievi indassavno le loro uniformi con relativi bottoni. Noti alcuni esemplari:

Scuola Reale di Pavia

Liceo Reale di Torino

Altro Liceo non difinito

Concludo l’esposizione con i bottoni delle uniformi delle compagnie di infermieri degli Ospedali Miliatri. Il decreto del 17 agosto 1811 riordinava gli infermieri in quattro compagnie organizzate in 6 squadre ciascuna. La prima compagnia venne costitutita a Milano, la seconda e la terza compagnia ad Ancora e la Quarta compagnia e Venezia. Durante le campagne di guerra tali reparti seguivano l’esercito insieme alle ambulanze militari e questo spiega come mai il bottone della 2^ Compagnia sia frutto di un recente ritrovamento in alcuni scavi in Polonia, mentre nulla sappiamo sul luogo di ritrovamento del bottone della 3^ Compagnia che invece è noto già da diversi anni.

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Troppo belli dall’essere esclusi da questa trattazione sono i bottoni civili da livrea della Casa Reale Italica, cioè i bottoni di ornamento delle uniformi di tutto il personale di servizio addetto alla persona del Re d’Italia, Napoleone Bonaparte.

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Questo articolo nasce da una accurata e prolungata ricerca ma non è certo esaustivo dell’argomento non trovandosi riferimenti bibliografici precisi ed organici ed essendo i reperti pervenuti in quantità molto limitata. Sono pertanto preziose e ben accette correzioni ed integrazioni ed anche rettifiche in merito agli oggetti che non possono, ad oggi, essere catalogati. Consiglio quindi agli amici lettori di tornare spesso su questo articolo che sarà costantemente aggiornato ed integrato.

Giulio Centanni