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Il Westland Wallace di Vittorio De Santis

Il 7 aprile del 1933 due velivoli della Westland entrarono nella storia diventando i primi velivoli che sorvolarono il Monte Everest. All’epoca erano conosciuti come Houston Westland e come Houston Wallace in onore di Lady Houston che aveva finanziato questa impresa.

I due velivoli furono realizzati a partire dal bombardiere leggero/silurante P.V.3 e dal velivolo biplano e biposto per usi generali P.V.6. I due modelli erano stati costruiti come iniziativa privata dalla Westland che sperava di assicurarsi con questi due modelli il mercato estero se la vendita alla RAF non fosse andata a buon fine.

Il P.V.6 nasce da un errore di conversione del progetto del Westland Wapiti. Durante le fasi delle prove in volo dei primi esemplari del Wapiti ci si rese conto che il velivolo presentava delle caratteristiche di volo non in linea con quanto previsto. La causa di questa differenza venne ritrovata nei disegni del progetto che mancavano di una intera sezione della fusoliera. Fu solo con il Wapiti Mk.IV che questo errore verrà corretto.

Nello stesso periodo la Westland intendeva presentare i suoi velivoli alla ”British Empire Exbition” che si sarebbe svolta durante il 1931 a Buenos Aires in Argentina. Quale velivolo da presentare venne deciso di completare il secondo Wapiti Mk.V ad uno standard diverso da quello di produzione. Il nuovo modello venne dotato di un motore Armstrong Siddeley Panther II da 550 hp al posto del Bristol Jupiter originale. Il motore era sempre montato senza alcuna cappottattura.

Dopo la presentazione in Argentina il velivolo venne ulteriormente modificato e portato allo standard P.V.6 con l’adozione di un motore Britol Pegasus IV da 665 hp, dotato di una cappottattura a corda stretta, e di ruote del carrello principale carenate. Il primo volo del P.V.6 venne effettuato nell’ottobre del 1931 ed il velivolo mise subito in evidenza di possedere prestazioni e manovrabilità superiori rispetto a quelle del Wapiti.

Il velivolo venne valutato dal Ministero che lo designò Wapiti Mk.VII e, come Houston Wallace, prese parte alla impresa del sorvolo dell’Everest. Per questa impresa venne modificato e dotato di un abitacolo chiuso per l’osservatore, ruote principali del carrello non carenato. Dopo la conclusione del volo sull’Himalaya il velivolo venne messo in servizio nella RAF con la designazione di Wallace Mk.I. A questo primo esemplare fecero seguito altri dodici velivoli tutti ottenuti modificando dei Wapiti standard che furono dotati di motore Bristol Pegasus IIM3 da 570 hp. L’elica era bipala a passo fisso ed i pannelli in metallo della fusoliera potevano ora essere rimossi più agevolmente mentre i pannelli in tela della zona posteriore della fusoliera avevano ora un sistema di fissaggio con chiusura lampo. Ai primi tredici esemplari fecero seguito altri 56 esemplari sempre ottenuto modificando dei Wapiti.

Il Wallace Mk.II era la versione definitiva di questo velivolo ed aveva motore Pegasus Mk.IV e dotato di un tettuccio che copriva tutti i due gli abitacoli. Il prototipo fu ricavato modificando il primo vero Wallace Mk.I, già P.V.6, al quale seguirono altri 104 esemplari che furono tutti destinati alla Auxiliary Air Force. I velivoli erano dotati di una mitragliatrice fissa anteriore da 7,7 mm Vickers con 600 colpi e con una Lewis da 7,7 mm brandeggiabile montata nell’abitacolo posteriore. Inoltre sotto le ali potevano essere portati fino a 260 kg di carico bellico che venivano montati su quattro punti di attacco (massimo carico di 113 kg per ogni punto di attacco interno e 36 kg per ogni punto di attacco esterno). Il velivolo aveva la predisposizione per il montaggio di una fotocamera per la ricognizione.

Tra la fine degli anni ’30 e l’inizio degli anni ’40 i Wallace, divennero obsoleti nel loro ruolo principale. Diversi esemplari però furono adattati come velivoli per il traino dei bersagli, impiego nel quale furono mantenuti in servizio fino al 1943.

Caratteristiche:

  1. Lunghezza: 14,15 m
  2. Apertura alare: 10,41 m
  3. Altezza: 3,51 m
  4. Velocità massima: in configurazione pulita 254 km/h a 1.525 m
  5. Autonomia: 756 km
  6. Tangenza: 7.345 m
  7. Peso a vuoto: 1.742 kg
  8. Peso massimo al decollo: 2.608 kg

Bibliografia

AAVV, (1995), CD-Rom From Midway to Hiroshima,