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Pirati V Parte – A. De Lellis

[b][size=large]I SEI “RUGGENTI”[/size][/b]

[b]JACQUES JEAN DAVID NAU DETTO L’OLONESE,[/b]

è sicuramente uno dei bucanieri più famosi che la storia ricordi. Di origine francese, l’Olonese nasce a Les Sables d’Olonne, da cui deriva il suo soprannome nel 1634.
Come spesso accadeva tra questi personaggi, l’Olonese cresce nella condizione di schiavo, presso un proprietario terriero che dalla Francia lo porterà nelle colonie della Martinica. A 19 anni, fuggì su Hispaniola, dove la frequentazione dei bucanieri presenti sull’isola, darà una svolta totale alla sua vita. Infatti con loro si distinse subito in combattimento, per astuzia, coraggio e ferocia, guadagnandosi in breve tempo l’ammirazione dei suoi compagni e sopratutto del governatore di Tortuga, che decise di “sponsorizzarlo”, con un piccolo legno, per contrastare le navi spagnoli di passaggio. In breve tempo, con questa piccola imbarcazione si guadagnò l’appellativo di “flagello dei Spagnoli”. Dopo un paio di sconfitte, dalle quali uscì illeso, senza essere catturato, la sua furia si fece ancora più inarrestabile, ed essendo rimasto senza nave e con soli 25 uomini, a largo delle coste cubane con solo due canoe, realizzò la prima delle sue leggendarie imprese.
Approfittò del buoi e con questi due gusci ed un pugno di coraggiosi, riuscì a far sua una nave spagnola con 90 uomini di equipaggio, dei quali sarebbe sopravvissuto solo uno, per portare all’Havana il messaggio con il quale l’Olonese dichiarava guerra agli spagnoli, che mai sarebbero riusciti a prenderlo vivo.
Rinvigorito dalla nuova nave, e dal buon esito della sua impresa, tornò a Totuga, dove assieme a Michel le Basque, altro filibustiere francese, organizzò una vera e propria flotta di otto navi e 650 uomini tra filibustieri e bucanieri.
I due forti di questa potenza, iniziarono a mettere a soqquadro il Golfo del Venezuela, e per prima toccò a Maracaibo. L’esile resistenza della guarnigione spagnola fu spazzata via dai due. Parte degli abitanti cercarono rifugio nell’entroterra, mentre l’Olonese perpetrava saccheggi e atrocità nella colonia. Dopo aver prosciugato ogni singola casa e divertitosi con gli abitanti rimasti, mandò alcuni di questi a chiedere un riscatto al governatore, nascosto nell’entroterra, per andarsene dalla città. Ottenne una vera e propria fortuna, in oro, gioielli, stoffe preziose e persino barre d’argento, con la quale lasciò indisturbato la Maracaibo, o meglio ciò che ne era rimasto. Stessa sorte toccò alla vicina Gibraltar, nella quale i due si trasferirono, ma con andamento diverso rispetto a Maracaibo. Infatti qui i due pirati, forti degli eventi di Maracaibo, chiesero ed ottennero prima un riscatto di 20.000 pesos e 500 mucche, ma nel sospetto di essere stati beffati, saccheggiarono ugualmente la città. L’Olonese in persona, si distinse in alcune atrocità, arrivate fino a noi attraverso testimonianze dell’epoca. Infatti per ottenere il riscatto della città, radunò gli abitanti e squarciato il petto ad uno spagnolo, ne estrasse e mangiò il cuore, come monito per gli altri a consegnare tutti i loro preziosi. I due ripartirono da Gibraltar, con un bottino salito a 260.000 pesos, più svariate pietre preziose e un cospicuo numero di schiavi. Questi due anni di scorribande videro la fine del sodalizio tra l’Olonese e il Basque, con il loro rientro a Tortuga dove spartirono l’immensa fortuna accumulata. Come già detto, questi uomini erano maestri in mare, nel combattimento, ma anche nello sperpero dei tesori conquistati, ed anche l’Olonese non fece eccezione a questa regola che in un breve lasso di tempo vide la sua fortuna dileguarsi. Questo momento segnò il declino della carriera dell’Olonese, che si vide abbandonare da alcuni dei suoi stessi uomini spaventati dalla sua stessa ferocia. Infatti una volta ripreso il mare, con l’obbiettivo di ricostituire la sua fortuna, ottenne pochi successi in terra con alcuni villaggi, ma conquistò un numero imprecisato di navi davanti alle coste di Cuba e dell’Honduras. La sua carriera folgorante che l’aveva visto spadroneggiare a Maracaibo e Gibraltar, si concluse sulle coste del Golfo di Uraba, dove la sua nave andò a fracassarsi durante una tempesta. Con i resti del relitto e i pochi uomini rimasti, costruì un’imbarcazione di fortuna con la quale risalì il fiume San Juan, ma qui trovò un nemico molto più agguerrito e temibile degli spagnoli, le tribù locali dedite al cannibalismo, che uccisero e mangiarono l’Olonese con suoi pochi uomini rimasti.

[b]HENRY MORGAN[/b],
può dirsi di avere in comune con l’Olonese, il fatto di aver iniziato la sua carriera nella condizione di schiavo. Vorrei sottolineare questo fatto, in quanto molto probabilmente, la condizione di sofferenza avuta in tenera età da entrambi i personaggi, sarà determinante per attivare la scintilla della ribellione e dell’odio,nei confronti della Spagna e di chiunque si sia frapposto tra loro e la propria libertà. Infatti nato nel 1653, fu venduto come schiavo presso una piantagione dell’isola Barbados. Il 1659 vede il suo battesimo da bucaniere con il saccheggio di Santiago de Los Caballeros nella repubblica Domenicana. Il 1665, è un’altra data importante per la carriera di Morgan. Infatti in è quest’anno che Edward, zio di Morgan e vicegovernatore di Port Royal, fa ottenere a Morgan una lettera da corsa, ed una nave ben armata di 50 tonnellate, con la quale l’anno successivo Morgan si darà parecchio da fare lungo la costa, fino al 1667, anno in cui convolerà a nozze con una sua cugina nella stessa Port Royal. Il 1668 è l’anno che vedrà le più imponenti azioni di saccheggio di Morgan, con l’ausilio di una vera e propria flotta e centinaia di uomini. Queste azioni in stile da filibustiere, e quindi prevalentemente dirette verso la costa e non verso altre navi, vedranno il saccheggio di tre gioielli della potenza coloniale spagnola, e cioè Puerto Principe, Puerto Bello e Maracaibo, già visitata dal feroce Olonese. L’operazione più devastante di Morgan, è però quella condotta nel 1670 contro Panama, ed ancora oggi viva nella tradizione popolare dei panamensi. Panama, oltre ad essere stata un’azione di grandi proporzioni, fu anche resa ancora più ardua dal fatto che la città non si trova direttamente sul mare, costringendo le “masse” di Morgan ad una marcia forzata in una vegetazione alquanto inospitale. La presenza di Morgan e dei suoi, fu talmente terrorizzante per gli spagnoli, che presi dalla disperazione, cercarono di contrastare l’attacco, aizzando contro i filibustieri una mandria di tori presenti nella colonia, non considerando che agli ordini di Morgan, c’erano anche molti bucanieri, come abbiamo visto abilissimi cacciatori e formidabili tiratori, che eliminarono i tori uno dopo l’altro.
I fatti di Panama, costarono a Morgan una denuncia per pirateria. Infatti mentre Morgan si accingeva al saccheggio della colonia, era già in vigore il trattato di Madrid, che dichiarava illegale la guerra da corsa. Morgan venne arrestato l’anno dopo e condotto a Londra per il processo, ma evidentemente questo era solo un atto formale nei confronti della Spagna, in quanto già nel 1672 Morgan era già rientrato a Port Royal ricoprendo un alto incarico governativo. Il 1679 vede un rovesciamento delle parti, che schiera Morgan contro i suoi ex compagni. Probabilmente la conoscenza di chi si era battuto al suo fianco, e delle loro tattiche di combattimento, portano Morgan a numerosi successi ed un rapido arricchimento che gli permette di scalare la classe politica fino a divenire governatore della Giamaica ed a stabilirsi nella Port Royal che da sempre lo aveva accolto onorevolmente. Forse per ironia della sorte, quella classe politica per la quale aveva “tradito” la sua origine piratesca, lo escluse dagli incarichi politici, e dei tempi andati gli rimarrà solo l’abitudine di svuotare bottiglie di alcolici, e una discreta ricchezza che gli permise di vivere tranquillamente gli ultimi anni della sua esistenza. Nonostante le raccomandazioni del suo medico, di tagliare con l’alcool, visto che la sua pancia continuava a gonfiarsi, muore il 25 aprile del 1688 di cirrosi epatica.

[b]EDWARD TEACH DETTO BARBANERA[/b],

se ci inoltriamo nella storia della vita di questo grande personaggio, probabilmente il più conosciuto tra tutti i pirati, avremo una varietà di notizie, che si fondono con la miriade di racconti e leggende che da sempre sono legate al suo nome, portandoci fuori dalla realtà storica. Già nel luogo e nel nome i trovano diverse correnti di pensiero, infatti c’è chi lo chiama Thatch e chi addirittura Drummond, chi lo fa nascere a Bristol e chi addirittura a Port Royal, ma quasi tutti sono d’accordo sulla data della sua nascita, 1680. La sua carriera, come per molti inizia come corsaro Inglese, alle prese con le navi Francesi. Ma su questa parte della sua vita e sulla sua infanzia si sa ben poco. La data ufficiale dell’inizio della sua ascesa come pirata è il 1716, quando finita la sua utilità di corsaro, decise di continuare come pirata, e si imbarcò con Benjamin Hornigold, assalendo con quest’ultimo ben venti navi nell’arco di 18 mesi. Una di queste 20 navi, che proveniva dalla Guiana francese, diventerà la sua “ammiraglia”, ribattezzandola con un nome che di nave in nave sarà sempre lo stesso per ammiraglie utilizzate dal pirata:”Qeenn Anne’s Revenge.
Oltre che per mare Barbanera fù attivo anche verso terra. Oltre a molti porti minori, è famoso l’assedio che perpetrò Charleston, nel Sud Carolina, non tanto perché sequestrò l’amministratore della città con il figlioletto, ma per l’entità del riscatto che richiese per la loro liberazione: una cassa di medicinali, che ci fa molto pensare di quanto potesse essere dura la vita di bordo, e quanto potessero essere importanti medicinali e medico, su una nave che naviga in mezzo al nulla.
Come detto in precedenza, Barbanera fu abilissimo a crearsi un’immagine da uomo spietato e crudele, senza alcuna paura, che forse come era nel suo intento , lo fece passare alla storia, o più semplicemente lo avvantaggiò in mare e durante l’arrembaggio.
Sparare alle gambe di un marinaio, solo per mantenere la disciplina, o quasi per gusto, creare il suo inferno personale con lo zolfo, solo per il piacere di vedere se stesso uscire per ultimo con aria soddisfatta, “rinforzare” il rum con la polvere da sparo, erano tutti gesti che contribuivano a rafforzare la sua immagine diabolica, che prendeva forma durante il combattimento all’apparire della sua maestosa figura, con la sciabola in mano e 6 pistole infilate nella cinta. La sua folta e lunga barba, come l capigliatura, rendevano ancora più imponente questo pirata, che usava oltretutto infilare tra i capelli e nella barba, dei mozziconi di miccia accesa, cosicché il fumo circondasse il suo viso, rendendolo un vero demonio a quanti lo vedevano apparire sul ponte di una nave. La sua carriera fu intensa quanto fulminea. In un lasso di tempo breve, con questa sua immagine singolare, conquistò una fama e una reputazione di gran lunga maggiore a tanti pirati che hanno passato ben più tempo in mare. Spostatosi verso nord, incominciò ad imperversare con le sue azioni lungo le coste della Virginia, dopo un secco rifiuto all’amnistia offertagli dal governatore delle Bahamas. E’ in questo tratto di mare che la carriera di Teach giungerà al suo termine. A differenza di molti altri casi, la morte di Teach, diventa un affare della marina inglese, che in quelle acque aveva mandato una nave proprio per scoraggiare il fenomeno, e questo evento, è dettagliatamente documentato nei rapporti della marina stessa. Alexander Spotwood, governatore della Virginia, al contrario del collega delle Bahamas, era particolarmente determinato a porre fine alle razzie di Barbanera che nel frattempo, si era appostato in acque basse, facendo pagare una sorta di “dazio” a chiunque transitasse da quelle parti. Agli ordini di Spotwood, vi era un giovane tenente della marina Inglese, altrettanto determinato nella cattura del pirata, che avrebbe fruttato un avanzamento di carriera.
Maynard aveva a dispozione una nave da guerra di sua maestà, la Pearl, ma capì da subito che per raggiungere Barbanera che se ne stava impunemente nell’insenatura do Ocracoke, su bassi fondali, avrebbe dovuto utilizzare la stessa tipologia di imbarcazione del pirata, e per questo ottenne dal governatore due sloop. All’alba del 21 Novembre 1718 il giovane tenente raggiunse il leggendario pirata, che alzando un calice verso Maynard, dichiarò che per il tramonto avrebbe avuto la sua testa. Ma l’unica testa a cadere fu quella di Teach, che dopo una sanguinosa battaglia, fatta di sporadiche cannonate e molto corpo a corpo, ebbe la peggio contro i soldati inglesi. Le leggende riguardanti la sua morte raccontano di un uomo che combatteva ancora nonostante gli fossero state inflitte 20 ferite da taglio e 5 da arma da fuoco. Durante il faccia a faccia tra Maynard e Teach, intervenne un soldato inglesse di origini scote, che decapitò letteralmente il pirata. Il suo corpo nuotò per 3 volte intorno alla nave, prima di affondare, ma queste sono leggende, la storia ci racconta che Teach lasciò dietro di se qualcosa come 140 navi depredate. Oggi di questo leggendario pirata, ci rimangono tutte le storie nate attorno alla sua leggendaria figura, ma un sito archeologico, sta riportando alla luce ciò che è rimasto della sua nave, proprio quella nave attorno alla quale il corpo senza testa di Barbanera nuotò per 3 volte.
http://www.qaronline.org/default.htm


[b]CALICO JACK,MARY READ, ANNE BONNY[/b]
è stato probabilmente l’unico caso in cui tre pirati imbarcati sulla stessa nave siano passati alla storia contemporaneamente, sopratutto considerando che Anne e Mary erano due donne. John Rackman non fu un pirata attivissimo a differenza di alcuni suoi colleghi, ma a lui si deve l’ideazione del Jolly Roger per antonomasia, quello che nella mente di tutti viene ricollegato alla pirateria, composto dal teschio con le due sciabole incrociate. Rackman, era noto come Calico Jack, perché amava vestire con questo tessuto, detto appunto Calico. La sua carriera da pirata, ha inizio con un ammutinamento a bordo della nave inglese “Neptune”. Il comandante un certo Vane, dopo essersi rifiutato di attaccare una nave francese, vide il suo equipaggio ammutinarsi, guidato da Rackman, che venne eletto subito comandante e diede l’assalto al bastimento francese, ricavandone una cospicua ricchezza. A seguito di quest’atto di pirateria Jack si rifugiò a New Providence, dove chiese e ottenne il perdono del governatore, per l’ammutinamento e l’atto di pirateria che lo avevano visto protagonista. Nel frattempo, mentre era a terra, si innamorò di Anne Bonny. Anny di origine Irlandese, era il frutto dell’amore illegittimo di un avvocato con la propria governante. Il padre avvocato, nel tentativo di non destare scandali, cercò in ogni modo di mascherare il frutto del suo amore illegittimo, facendo vestire Anne come da maschio, e presentandola in pubblico come il figlio di una sua parente. Le voci dello scandalo però presero presto il sopravvento, mandando in rovina la reputazione dell’avvocato che si vide costretto a trasferirsi a Charleston dove riuscì a rifarsi una buona posizione sociale. Anne fin da subito si mostrò dotata di un carattere fiero e ribelle, (una volta in un tentativo di violenza carnale, rese il carnefice inabile per diverso tempo), ed alla vita borghese di livello medio alto, preferì quella di moglie di un marinaio, con il quale si trasferì nei Caraibi. Avviene qui l’incontro con Rackman, e dopo aver lasciato il marito per l’amore di Jack, si unisce alla banda dei pirati, della quale già faceva parte Mary Read. Anche per Mary, l’adolescenza era iniziata con un travestimento da maschio. La madre, rimasta vedova, intendeva sfruttare il travestimento per ottenere aiuti economici dalla famiglia del marito, che da poco avevano perso il figlio. Anch’essa forte di carattere sfruttò al massimo il suo travestimento, portandola addirittura ad imbarcarsi su una nave da guerra, e a combattere nelle Fiandre arruolata come soldato. Imbarcatasi in Olanda, per raggiungere l’Oceano Indiano, lungo la navigazione la sua nave incontrò la banda di Calico Jack, e Mary decise di unirsi a loro. Sia Mary, che Anne, si distinsero sempre nella vita di bordo e sopratutto durante i combattimenti. Dotate di un coraggio invidiabile, erano ben volute e rispettate dagli altri della ciurma adempiendo tutti i lavori dell’equipaggio, sia in navigazione che durante il combattimento. Entrambe vestite da donne, riassumevano le sembianze maschili poco prima degli abbordaggi. Jack e Anne, che era ancora sposata con il marinaio, si videro presto costretti alla fuga da New Povidence, visto che il loro amore era stato condannato come adulterio dallo stesso governatore. Rubato uno Sloop e formato un equipaggio, presero il argo, compiendo svariati saccheggi alle Bahamas. Il governatore inviò un intera armata contro Jack, che però riuscì a dileguarsi. Poco dopo venne catturato da una nave spagnola, ma anche questa volta Jack e il suo equipaggio, riuscirono a fuggire raggiungendo la Giamaica, dove si impossessarono di un altro Sloop, dandosi nuovamente al saccheggio lungo la costa. Il Capitano Barnet, un cacciatore di pirati assoldato dallo stesso governatore della colonia, riuscì però a catturare nuovamente il pirata, in uno scontro quasi inesistente, dove Calico e i suoi, avvistata la nave nemica, compreso che non c’era più niente da fare, continuarono a giocare a carte nellatesa della cattura, mentre Anne e Mary, cercavano coraggiosamente di aizzare gli uomini al combattimento. Questo comportamento pare sia stato condannato dall’amata di Jack Rackman, che presente all’impiccagione accusò Calico di non aver combattuto come un’ uomo, ed ora si ritrovava a farsi impiccare come un cane.

FONTI: Bucanieri nei Caraibi di Alexandre O. Exquemelin